Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente) ha reso noti i dati del monitoraggio dei livelli di ozono - gas inquinante la cui criticità si rivela soprattutto in estate per la presenza di temperature elevate  - in Italia nel 2019 e nel 2020.

Come ricorda Snpa, la presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante , danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità. 

I soggetti più sensibili alla presenza di ozono superiore al livello di guardia sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all'aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache, tanto che quando ci sono giornate con elevati valori di ozono queste persone "dovrebbero" evitare prolungate esposizioni all'aperto e ridurre al minimo attività fisiche affaticanti (passeggiate in bicicletta, attività sportive, ecc.) in particolare nelle ore più calde.

Tramite le proprie stazioni di monitoraggio, oltre 350 in tutta Italia, Snpa nel 2019 ha rilevato che il livello massimo di ozono – 120 µg/m³ come media massima giornaliera calcolata su 8 ore – è stato superato in 297 stazioni su 324 pari al 91,7% delle stazioni. Peggiore, invece, è stato il dato relativo all'Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (OLT), che è stato superato per più di 25 giorni in 182 stazioni (56,2%). 

Per quanto riguarda il 2020, nei mesi di giugno e luglio, solamente in Lombardia, e solo in due stazioni, è stata superata la soglia di allarme di 240 µg/m3 come massima media oraria (livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione anche di breve durata) oltre la quale scattano le misure previste dai piani d'azione comunali.

Solamente 14, nel mese di giugno, le stazioni nelle quali, invece, è stata superata soglia di informazione della popolazione di 180 µg/m3 come massima media oraria. Oltre tale livello vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione anche di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili, quali anziani e bambini, che devono essere tempestivamente informati affinché evitino di stare all'aperto, almeno nelle ore più calde della giornata.

Quattro le regioni coinvolte: Lombardia (6 stazioni), Campania (4 stazioni), Piemonte (3 stazioni) ed Emilia-Romagna (1 stazione).

A luglio, specialmente nell'ultima parte del mese quando le temperature hanno iniziato ad aumentare, si sono invece registrati livelli maggiori di ozono. I superamenti del livello di informazione sono stati segnalati da 72 stazioni in diverse regioni: Lombardia (31 stazioni su 46), Veneto (13 su 24), Emilia-Romagna (11 su 34), Campania (su 35), Trento (4 su 6). Negli altri casi i superamenti sono stati ancora più sporadici.

Un quadro più “caldo” per il mese di luglio, è confermato anche dai valori massimi registrati, che hanno raggiunto i 256 µg/m3 in Lombardia, 217 in Veneto, 216 nel Lazio, 212 a Trento, 211 in Campania e 210 in Emilia-Romagna.

Naturalmente un bilancio definitivo della stagione 2020 potrà essere fornito da Snpa solo dopo che saranno disponibili i dati dei mesi di agosto e settembre, ma sin d'ora, da parte del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, si ipotizza che i dati del 2020 saranno più contenuti rispetto a quelli registrati nel corso del 2019, proprio a causa della stagione complessivamente più mite (almeno nella prima parte dell'estate).