Oggi, Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e delle finanze, ha risposto al question time della Camera alle domande rivoltegli dai parlamentari Fassina e Brunetta in relazione al caso Consip ed al fatto che Luigi Marroni possa continuare ad occuparne il ruolo di amministratore.

 

LA DOMANDA DI STEFANO FASSINA
«Signor Ministro, come lei sa, la direttiva del suo predecessore del 24 giugno 2013 ha fissato procedure molto stringenti per quanto riguarda la individuazione delle nomine per gli organi sociali delle società controllate direttamente o indirettamente dal Ministero dell'economia e delle finanze. A noi pare che, per quanto riguarda la designazione dell'ingegner Marroni queste procedure non siano state rispettate.

In particolare un punto della procedura nel quale si prevede, oltre alla pubblicazione sul sito, un'istruttoria del dipartimento del Tesoro, una shortlist, un parere da parte del comitato di garanzia e infine la designazione. In particolare risulta contraddittorio con i criteri per la designazione la scelta di un assessore dato che tra i requisiti di eleggibilità è prevista l'indisponibilità di figure che siano state sostanzialmente rappresentanti politici, sebbene non in consiglio ma in giunta in questo caso.»

LA RISPOSTA DI PIERCARLO PADOAN.
«Come è stato già ricordato in data 12 giugno 2015 è stato nominato il consiglio di amministrazione di Consip che resterà in carica fino all'approvazione del bilancio dell'esercizio 2017. In relazione alla composizione dell'organo amministrativo si ricorda che l'articolo 23-quinquies del decreto-legge n. 95 del 2012 dispone che il Ministero dell'economia e delle finanze provvede a nominare il consiglio prevedendo la composizione dello stesso con tre membri di cui due dipendenti dell'amministrazione economico-finanziaria e il terzo con funzione di amministratore delegato nel rispetto delle quote di genere.

Come ricordato, a seguito della direttiva del Ministro Saccomanni nel 2013, sono stati rafforzati i requisiti di eleggibilità prevedendo che non possono ricoprire la carica di amministratore coloro che, tra l'altro, hanno ricevuto rinvii a giudizio o condanne per una serie di reati contro la pubblica amministrazione o in materia finanziaria. Tali requisiti sono stati trasfusi negli statuti sociali delle società controllate dal Ministero tra i quali Consip.

Oltre a tali requisiti di onorabilità la direttiva prevede ulteriori requisiti di professionalità e autonomia tra i quali l'assenza di cariche politiche, comprovata professionalità ed esperienza in ambito giuridico, finanziario e industriale, assenza dei conflitti di interesse. In occasione della nomina dei consigli d'amministrazione e dei collegi sindacali il dipartimento del Tesoro accerta il possesso dei requisiti di legge, di statuto e della direttiva da parte dei candidati individuati nell'esercizio delle prerogative dall'organo di indirizzo politico.

Quanto alla nomina dell'amministratore delegato di Consip è stato individuato, nell'esercizio delle prerogative dell'organo di indirizzo politico, l'ingegner Marroni quale profilo idoneo a ricoprire l'incarico previa verifica dei requisiti di eleggibilità, professionalità, onorabilità e autonomia che è avvenuta da parte del dipartimento del Tesoro sulla base delle significative esperienze attestate dal profilo professionale.»

LA REPLICA DI FASSINA.
«È evidente che non siamo assolutamente soddisfatti. Dalle parole del Ministro risulta chiaro che la procedura prevista dalla direttiva del 24 giugno 2013 non è stata osservata: non è stata pubblicata la vacancy sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze; non è stata fatta un'istruttoria, come previsto dalla direttiva, affidata a società specializzate nella selezione di top management; non è stata fatta una shortlist e non è stato acquisito il parere del comitato di garanzia.

Quindi la prerogativa dell'organo di indirizzo politico alla quale si è richiamato il Ministro ha assolutamente bypassato quella che è la procedura prevista per legge. Tanto più che l'ingegner Marroni era appena o forse era ancora in carica come assessore regionale alla sanità della regione Toscana, visto che le elezioni si sono tenute il 31 maggio 2015 e l'assemblea dei soci nominava l'ingegner Marroni il 12 giugno 2015.

Infine una considerazione politica: lei, Ministro, qualche giorno fa ha confermato la sua fiducia all'ingegner Marroni e il Presidente del Consiglio ha confermato la fiducia al Ministro Lotti. Le due figure hanno espresso posizioni contraddittorie: il Ministro Lotti dice di non aver informato nessuno per quanto riguarda l'indagine in corso su Consip, l'ingegner Marroni dice invece di aver ricevuto informazioni, secondo quanto è stato pubblicato sui giornali, dal Ministro Lotti. A questo punto la fiducia del Governo in entrambi risulta assolutamente contraddittoria.

 

Dopo l'intervento di Fassina è stata la volta dell'interrogazione di Brunetta.

LA DOMANDA DI RENATO BRUNETTA.
«L'ingegner Marroni ha raccontato agli inquirenti di ricatti subiti, di richieste di intervento, di incontri riservati, di aspettative ben precise sull'assegnazione di gare d'appalto indette da Consip. Ha inoltre raccontato di aver fatto rimuovere le microspie piazzate dai carabinieri nel suo ufficio: parole di Marroni.

Nonostante tutto questo, Marroni non ha revocato la procedura d'appalto, non l'ha sospesa, non ha denunciato i fatti all'autorità giudiziaria né a lei, signor Ministro.

Marroni ha violato esplicitamente lo statuto e il codice etico: l'articolo 11.7 dello statuto e l'articolo 3.2 del codice etico. Si apprende inoltre che Marroni avrebbe presentato a lei le sue dimissioni e lei le avrebbe respinte. È evidente che Marroni ha violato statuto e codice etico ed è anche noto che lei ha respinto le sue dimissioni. Le chiedo, signor Ministro, perché ha respinto le dimissioni quando c’è stata una violazione esplicita di statuto e codice etico.

LA REPLICA DI PIER CARLO PADOAN.
«In merito alle richieste formulate dagli interroganti circa i flussi informativi periodici a carico dalla società nei confronti del Ministero dell'economia e delle finanze si evidenzia che gli stessi sono avvenuti regolarmente su base trimestrale nel rispetto dei limiti anche di oggetto che la legge e lo statuto definiscono in merito agli obblighi informativi posti a carico degli amministratori e dei sindaci.

Quanto alla richiesta relativa alla convocazione dell'assemblea perché sollevi dall'incarico l'ingegner Marroni si osserva che l'amministratore delegato non si trova in una condizione per la quale lo statuto della società, che ha accolto la direttiva Saccomanni, contempla o prescrive la decadenza.»

LA REPLICA DI RENATO BRUNETTA.
«Come nella precedente risposta lei, signor Ministro, risponde in maniera apodittica: è così perché è così, non abbiamo rimosso perché non l'abbiamo rimosso. Ma si rende conto di quello che sta dicendo, signor Ministro? Sono ormai conosciute dichiarazioni dell'autorità giudiziaria, riportate da tutti i giornali e da tutti gli organi di stampa, di quello che ha subito e fatto l'ingegnere Marroni ed è chiara ed evidente la violazione, tanto del codice etico, quanto dello Statuto.

È noto pure che l'ingegnere Marroni, con qualche senso di sensibilità ha presentato a lei le sue dimissioni e lei le ha respinte. Ma siamo veramente alla follia, signora Presidente e signor Ministro: di fronte ad una lampante violazione di legge, di statuto, di codice etico e di correttezza politico-istituzionale, lei mi risponde: "È così perché è così?"

Fino a quando, signor Ministro, lei continuerà con questa sua incapacità di dar conto del suo operato? Fino a quando, signor Ministro, lei continuerà a non guardare in faccia non il sottoscritto, ma la realtà, la realtà secondo la quale siamo di fronte ad uno dei più grandi scandali della Repubblica e lei risponde: "È così perché è così?"

Quando sta per crollare tutto e lei risponde in maniera apodittica: "È così perché è così." Signor Ministro, è inaccettabile non solo quanto lei ha detto in quest'Aula quest'oggi, ma la sua stessa presenza in quest'Aula oggi.»

 

La questione Consip, oltre ad essere una questione penale conclamata da un atto accertato di corruzione, sta anche assumendo sempre di più la forma di un grave problema politico. Dei tanti aspetti del problema polico, ne sottolinea alcuni il deputato Di Battista sul blog ufficiale dei 5 Stelle.

«Il punto qui non sono le colpe dei padri che, ovviamente, non devono ricadere sui figli.

Il punto è un padre di un ex-presidente del Consiglio che, durante il governo del figlio traffica, inciucia, va a cena con un imprenditore (3 giorni fa arrestato per corruzione) interessato ad appalti pubblici concessi dalla CONSIP (il cui capo è stato nominato dal figlio).

Il punto è un padre che fa affari con Verdini (poi scelto dal figlio come padre costituente).

Il punto è un padre avvertito di essere intercettato, forse pedinato.

Il punto è una gestione del potere (lecita o meno vedremo) familistica, affaristica e profondamente immorale.

Il punto è un giglio magico di falsi rottamatori rottamato da fallimenti, inchieste e oscenità da loro commesse e trasformatosi in un crisantemo morente.

Questo è il punto.»

Il riassunto che Di Battista fa della vicenda Consip non è probabilmente lontano neppure dai conciliaboli privati di molti parlamentari PD, considerando il progressivo smarcamento di importanti capicorrente che finora avevano supportato (o forse sopportato) Renzi, che invece adesso avrebbero scelto Orlando come figura migliore per ricoprire la carica di nuovo segretario del partito.

I renziani, a questo punto, potranno chiedere di allungare i tempi delle primarie rimandandole finché la vicenda Consip non si chiarisca o, perlomeno, passi in second'ordine? Matteo Renzi ha decisamente scartato tale possibilità, pertanto vi sono fondati motivi che ciò possa accadere.