“Salvami” non è solo una storia di personaggi, è una storia dell’anima. Antonio Castagna ci porta dentro un viaggio emotivo tra lutto, paure e desiderio di rinascita. Un romanzo che affronta temi universali con delicatezza, lasciando al lettore una domanda: da chi o da cosa vogliamo essere salvati?
Bentrovato, Antonio. “Salvami” trae ispirazione da alcune vicende della tua vita personale?
Si, “Salvami” ha diverse ispirazioni della mia vita personale: a partire dall’imposizione che ha avuto il nonno del protagonista sul nome del nipote, passando per il periodo di egoismo vissuto da Jasmine che per stare meglio ha ignorato il bene di chi le stava attorno, per arrivare alla doppia vita vissuta da Stefan.
Hai già avuto esperienze in campo editoriale? Vorresti illustrarle al pubblico?
Ho avuto esperienze con una casa editrice che però non hanno avuto il risultato che pensavo. Però posso dirmi felice di quello che ho fatto in campo editoriale dal punto di vista accademico grazie al corso di scrittura creativa fatto con Feltrinelli Education e al Master Aziendale della casa editrice Villaggio Maori di Catania. In particolare con quest’ultima il percorso è stato incentrato sulla praticità del lavoro e quindi posso dire di essere felice di aver preso questa strada per quanto dura possa essere e per considerarla al momento un secondo lavoro, con la speranza che in un futuro possa essere la mia sola occupazione.
Consiglieresti la lettura di questo romanzo a qualcuno in particolare?
Lo consiglierei a qualcuno che sta passando un momento di scelte, in quanto è stato scritto in un periodo in cui io dovevo fare delle scelte e grazie alla scrittura le ho fatte. Ma soprattutto lo consiglierei a chi sta affrontando un periodo difficile per poter dare un po’ di conforto, speranza e la determinazione a lottare con tutte le proprie forze e con l’aiuto di chi ci ama e ci accompagna in quel periodo; che la luce in fondo al tunnel c’è e passo dopo passo ci arriverà.
Se dovessi descrivere il personaggio di Jasmine con tre parole, quali sarebbero?
Incosciente, resiliente, trainante.
Incosciente perché fa una scelta difficile pensando che il solo fatto di averla fatta la condurrà a stare bene, incosciente appunto di tutto quello che creerà quella sua decisione.
Resiliente perché non si lascia abbattere e quando pensa di non farcela cerca di reinventarsi in altre vesti.
Trainante perché è lei che scuote Anthony a tirare fuori la persona buona che lui è. E anche nei confronti di suo fratello Stefan, sono le scelte che fa lei ad innescare il meccanismo di scelte che a sua volta farà lui.