È per ragioni tecniche più che per ragioni politiche, che il Partito Democratico ha perso un altro alleato con cui creare una coalizione per presentarsi alle prossime politiche. Dopo la sinistra di Grasso, che rappresentava comunque un discreto bacino di voti e una reale possibilità per il Pd di poter ambire alla vittoria, anche gli "europeisti" di Bonino e Dalla Vedova hanno gettato la spugna.

Infatti, il 4 marzo, +Europa si presenterà, o proverà a farlo, con una propria lista. Il perché è dovuto alle modalità con cui una forza politica non presente in Parlamento nella scorsa legislatura potrà essere presente sulla scheda elettorale.

Sia che tale partito o movimento si presenti da solo o in coalizione dovrà raccogliere almeno 1500 firme per collegio, indicando a coloro che firmano anche chi saranno i candidati della lista nei collegi uninominali compresi nel collegio plurinominale.

Stando così le cose, le firme richieste sarebbero intorno alle 100mila. Però, per questa prima applicazione della nuova legge elettorale tgale numero è stato ridotto ad un quarto, in virtù del fatto che il disegno territoriale dei collegi è stato ufficializzato solo negli ultimi giorni di dicembre. Ma si tratta sempre di circa 25mila firme.

Non solo. Tali firme dovranno essere raccolte comunque in pochi giorni. Se +Europa si dovesse presentare in coalizione con il Pd, visto che i candidati dovrebbero essere decisi in comune e che ancora non esiste niente in tal senso, il periodo di raccolta firme - per conoscere il nome dei candidati dei vari collegi - si ridurrebbe a pochissimi giorni, nella migliore delle ipotesi, rendendo ancora più difficile il raggiungimento del numero minimo richiesto.

Ed ecco perché, allora, Bonino e Dalla Vedova hanno deciso che a questo punto tanto valeva crearsi delle proprie liste ed iniziare a chieder le firme fin da subito, in modo da tentare di riuscire a raggiungere il quorum richiesto prima della fine di gennaio.

Per il Pd, che ultimamente era dato al di sotto del 24%, si tratterebbe di rinunciare al pezzo più prestigioso - a livello d'immagine - della sua coalizione, in cui rimarrebbero oltre ai Verdi, i "fantomatici" Uniti per l'Italia e Lista popolare. E, considerando che +Europa sarebbe pure a rischio di quorum, nel caso riesca ad essere presente sulle schede, i suoi voti non conterebbero neppure per una successiva alleanza.

E per questo, il "pontiere" Fassino si è subito dato da fare promettendo ai Radicali il contributo del Pd nella raccolta delle firme, perché «andare divisi sarebbe un danno per tutti: sia per i radicali, sia per il centrosinistra, dando così un vantaggio gratuito al centrodestra e ai 5Stelle. Per questo non ci si può rassegnare. Ci sono le condizioni politiche e organizzative per realizzare un’intesa, a partire dall’impegno del Pd e del centrosinistra a sostenere organizzativamente la raccolta delle firme necessarie alla presentazione delle liste radicali in tutte le circoscrizioni.»