L'Istat ha pubblicato i dati riassuntivi sul mercato del lavoro nel IV trimestre del 2017. Il quadro che viene proposto al lettore è oggettivamente positivo, tanto che viene sottolineato che "il 2017, nel complesso, si caratterizza per un nuovo aumento dell'occupazione - sia nei valori assoluti sia nel tasso - che coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Inoltre, al forte calo dei disoccupati si associa la diminuzione del numero di inattivi."

Anche in relazione all'ultimo trimestre dell'anno i dati economici sono in una fase di crescita (con il PIL che in termini congiunturali sale dello 0,3% e dell'1,6% su base annua) a cui è associata una ulteriore espansione dell'input di lavoro: "le ore lavorate aumentano dello 0,2% sul trimestre precedente e dell'1,6% su base annua, nel contesto di una lieve crescita della produttività del lavoro in termini congiunturali."

Non solo. Anche per quanto riguarda "l'offerta di lavoro, nel quarto trimestre del 2017 l'occupazione presenta una lieve crescita congiunturale (+12 mila, 0,1%), dovuta all'ulteriore aumento dei dipendenti a termine (+57 mila, +2,0%) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (-25 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-20 mila, -0,4%). Il tasso di occupazione cresce di 0,1 punti rispetto al trimestre precedente arrivando al 58,1%. I dati mensili più recenti (gennaio 2018) presentano, al netto della stagionalità, un lieve aumento del numero di occupati rispetto a dicembre 2017."

Positiva anche la dinamica tendenziale che con 279 mila occupati indica un aumento del +1,2% all'anno che riguarda i lavoratori dipendenti (+2,2%) a fronte di un calo degli indipendenti (-1,9%). Per il tredicesimo trimestre consecutivo aumentano gli occupati a tempo pieno mentre, dopo una crescita ininterrotta dal 2010, il tempo parziale diminuisce.

È in diminuzione anche il tasso di disoccupazione, "sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima mentre quello di inattività, in calo rispetto a un anno prima, mostra un lieve aumento rispetto al trimestre precedente. A questi dati si accompagna una "diminuzione dei disoccupati (-247 mila in un anno) che interessa entrambi i generi ed è particolarmente accentuata per i giovani. La riduzione, a ritmi meno intensi, degli inattivi di 15-64 anni (-118 mila in un anno) è dovuta esclusivamente a quanti vogliono lavorare (le forze di lavoro potenziali)."

Seppur di sfuggita, l'Istat ci ricorda però un altro dato che caratterizza tutta questa presunta positività associata all'andamento del mercato del lavoro, ed è quello relativo all'occupazione che riguarda quasi esclusivamente i dipendenti a termine, come mostra il grafico sottostante che indica come inarrestabile questa tendenza che va avanti dal IV trimestre del 2016!

 

Benissimo che il PIL cresca, ottimo che le assunzioni aumentino... ma se tutto questo è legato alla precarietà e ad un numero complessivo di ore lavorate ben lontano dal traguardo del 2008, che invece ci viene sbandierato come successo in termini di livelli occupazionali nonostante quei valori riguardino soprattutto impieghi relativi a contratti a tempo determinato, allora vuol dire che questa fantastica crescita dell'economia non è poi così fantastica e che qualsiasi costruzione che non poggi su basi solide è destinata, prima o poi, a crollare.