Regista, attore, giornalista e drammaturgo... impossibile inquadrare in una di queste categorie Ugo Gregoretti. È stato grande in tutto e soprattutto è stato un grande innovatore.

Venerdì 5 luglio ci ha lasciato, quando aveva 88 anni.

Chi fosse Gregoretti non lo sanno certo i millenials, ma chi ha qualche annetto in più, oggi non può non dolersi di non poter più sentire, anche solo di sfuggita, uno dei tanti episodi di cui Gregoretti era stato testimone, una sua battuta... con quel suo stile calmo, garbato, disincantato, ma animato da un'ironia pungente e sempre attuale.

Per capire chi fosse Gregoretti si può prendere ad esempio l'Italiana in Algeri di Rossini che nel 1976 mise in scena al Teatro Regio di Torino. Una delle prime regie d'opera moderne in cui sulla scena fece comparire anche una vettura di casa Fiat (forse una 128, la memoria è quello che è), che una comparsa con le sembianze dell'Avvocato Agnelli donava al Bey.

Innovatore non solo in teatro, ma anche in tv: memorabile il suo Circolo Pickwick televisivo, così come le Uova Fatali. E memorabile il modo in cui riuscì a raccontare l'Italia nella trasmissione Controfagotto.

Il segreto del successo e della grandezza di Gregoretti? Quello di non essersi mai preso troppo sul serio.

I funerali saranno celebrati alle 18 di sabato nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo, dopo che la salma sarà esposta nella camera ardente allestita alla Casa del cinema dalle 10 alle 13.