Nota del Segretario Federale Nazionale FE.NA.L.I. - F.N.L. ITALIA, sulla situazione che attanaglia il paese coinvolgendo diverse regioni, ove contrariamente a ciò che pensa l'opinione pubblica, il dott. Salvatore ABBRUZZESE, ha voluto precisare e portare all'attenzione di tutti, ovvero: "In un’Italia che si proclama moderna, giusta e attenta ai diritti, esiste una categoria di lavoratori che vive nell’ombra, pur essendo colonna portante della macchina pubblica: i Precari di Stato".
Chi sono? Sono operatori, tecnici, amministrativi, agenti, educatori, professionisti della sicurezza e della giustizia che, pur svolgendo funzioni essenziali per il funzionamento dello Stato, vivono in una condizione di incertezza cronica. Contratti a tempo determinato, incarichi reiterati, assenza di prospettive di stabilizzazione: questa è la realtà quotidiana di migliaia di donne e uomini che servono lo Stato con dedizione, ma senza le tutele che lo Stato dovrebbe garantire.
Cosa fanno? Tutto ciò che serve. Dalla gestione dei flussi documentali nei tribunali, alla sorveglianza nelle carceri, dal supporto nei comandi di polizia locale alla copertura di turni nei distaccamenti dei Vigili del Fuoco. Sono presenti dove c’è bisogno, spesso supplendo a carenze strutturali che si trascinano da anni.
Come vengono gestiti? Male, per non dire malissimo. Infatti contrariamente a ciò che ci si immagina nell'ordinario collettivo, il precariato è un male che popola soltanto l'ambito lavorativo privato, ma nella Pubblica Amministrazione si pensa non possa mai esistere una cosa del genere, ma la realtà è ben diversa, non solo esiste da anni, ma sta via via diventato un sistema ben strutturato e non un’eccezione, come doveva essere ai tempi che veniva introdotto. Infatti, il Segretario Federale di FE.NA.L.I. - F.N.L. ITALIA, ha richiamato l'attenzione sulla natura delle recenti misure legislative, come il DL PA 2025, che sembra più orientato a normalizzare l’instabilità bensì che a risolverla realmente. La cosa più aberrante è che tutto ciò accade proprio mentre si moltiplicano i proclami sulla modernizzazione dello Stato, si continua a ignorare il valore di chi lo tiene in piedi ogni giorno, senza garanzie.
A cosa servono? Servono a garantire la continuità dei servizi pubblici, a colmare i vuoti lasciati da anni di blocchi del turnover, a mantenere viva la presenza dello Stato nei territori. Senza di loro, interi presidi chiuderebbero. E infatti, è proprio ciò che sta accadendo.
E' risaputo che tali situazioni comportano notevoli disagi alla gestione della Nazione e non solo, in particolar modo quando tali risorse vengono sottratte non ad uffici pubblici di poco rilievo, come può essere una Biblioteca, un ufficio che gestisce gli archivi e cose del genere, ma ad uffici principali come gli Uffici delle Prefetture, dei Comuni, delle Questure, etc. poi ci si chiede come mai per fare una Carta d'Identità Elettronica si attende mesi per non dire anni, per non parlare delle pratiche migratorie gestite dalle Prefetture e Questure, dove rinnovare un Permesso di Soggiorno oppure un Passaporto, spesso si rivela una vera e propria odissea tra rinvii e rimandi, ma anche in tanti altri Settori e Servizi definiti essenziali, ad esempio: Sanità, Scuola, etc., poi ci si meraviglia di dover vergognosamente attendere 1 anno per una TAC di controllo urgente, richiesta dal medico entro 10 giorni per una patologia grave; oppure sentire che alunni che per loro problematiche di salute necessitano di un sostegno scolastico, che in alcuni casi arriva solo a metà maggio e la scuola finisce il 10 giugno.
Purtroppo, la crisi organica che investe le Forze dell’Ordine e i Corpi dello Stato è sotto gli occhi di tutti. Trasformando così il rischio di chiusure forzate di Comandi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Penitenziaria e Polizie Locali non è più un’ipotesi: ma è una triste realtà, che in alcuni comuni d'Italia si sta già verificando nel silenzio di tutti. Una carenza organica gravissima e sempre più dilagante, eppure, si continuano ancora una volta ad escludere i giovani maturandi dai concorsi pubblici per le FF.OO., privando il Paese di energie fresche e motivazioni nuove. Una scelta miope, che scoraggia le vocazioni e mina la fiducia nelle Istituzioni.
E' da chiedersi allora: che senso abbia inasprire il Codice Penale, moltiplicare i reati perseguibili, se poi non si investe in chi quei reati dovrebbe contrastarli?
A cosa serve legiferare se non si garantiscono le risorse umane per applicare le leggi?
E' ora di rivolgere al Governo Italiano un appello chiaro e fermo: Non si può continuare a costruire sulla sabbia. La stabilizzazione dei "Precari di Stato" va detto chiaramente che non è un favore, è un diritto per i lavoratori, che fino ad oggi hanno svolto il loro compito ed è ancor più un dovere per lo Stato, che dovrebbe tutelare tutti i lavoratori in generale, figuriamoci coloro che operano a Servizio dello Stato. È giunto il tempo di riconoscere il loro valore, di investire nel capitale umano, di restituire dignità a chi ha già dimostrato sul campo di meritare fiducia.
Non vogliamo credere che tutto questo sia solo propaganda o strategia elettorale. Vogliamo credere che ci sia ancora spazio per il buon senso, per la giustizia, per una visione di Paese che non lasci indietro chi lo serve ogni giorno.