Alcune persone hanno il cosiddetto  “Binge Eating Disorder”, un disturbo alimentare curato spesso con antidepressivi che porta a mangiare cibo in modo esagerato e compulsivo. Spesso si tratta di pazienti super obesi che superano i 150 kg.

Il disturbo da binge-eating (binge-eating disorder, disturbo dal alimentazione incontrollata) è un disturbo della nutrizione ed è caratterizzato da abbuffate incontrollate e frequenti analoghe a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione. Chi ne è affetto, quindi, è quasi sempre obeso o in notevole sovrappeso e soffre psicologicamente per questa grave condizione.

La presenza di abbuffate ripetute almeno una volta alla settimana per almeno tre mesi, caratterizzate dall'ingestione compulsiva di grandi quantità di cibo in tempi  brevi senza  una reale sensazione di fame, e l'impossibilità di seguire diete ipocaloriche nonostante un sincero desiderio di perdere peso sono chiari segnali che la persona soffre di questo disturbo alimentare. 

La ricerca del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia V. Erspamer della Sapienza (coordinato da Silvana Gaetani) e della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino (coordinato da Carlo Cifani) ha identificato in una molecola, l’oleoiletanola, soprattutto quello dei grassi. 

Il farmaco sperimentato sarebbe in grado di prevenire lo sviluppo di un comportamento alimentare anomalo, di tipo binge.

Si spera che questo farmaco possa essere effettivamente un nuovo alleato per la prevenzione o la cura dei  gravi disturbi del comportamento alimentare.


Qui troverete la ricerca: 

www.nature.com/articles/s41386-020-0686-z.pdf