La Commissione Bilancio del Senato ha dato via libera alla Web Tax, provvedimento che interesserà i colossi del digitale che del web hanno fatto il loro mercato come Apple e Google, Facebook e soprattutto Amazon il più noto e-commerce al mondo e riconosciuto leader nei servizi IaaS sul cloud per aziende (AWS).

L’emendamento che prevede l’imposta sulle transazioni digitali di Massimo Mucchetti del Partito democratico è stato approvato.

I pilastri della web tax possono essere sintetizzati in tre punti nevralgici.

In primo luogo, il monitoraggio attraverso lo “spesometro” (operazioni rilevanti ai fini Iva) sarà di competenza dell’Agenzia delle Entrate.

Un altro punto riguarda invece l’accertamento della stabilità dell'organizzazione quando non dichiarata. Dopo una verifica del superamento di una soglia di 1.500 operazioni (1,5 milioni di euro nell’arco di sei mesi) la stessa Agenzia delle Entrate avrà il compito di convocare l’impresa in contraddittorio.

Last but not least, l’introduzione dell’imposta al 6% sul valore della singola transazione.

Quando entrerà in vigore?

Per l’entrata in vigore c’è ancora tempo, si dovrà aspettare l’anno venturo, il primo gennaio 2019.

La imprese a partire da allora saranno tenute a pagare una flat tax del 6% sul ricavo proveniente da prestazione sui servizi effettuati con mezzi elettronici.

Inizialmente si paventava un’accelerazione con una data di avvio per il primo luglio 2018.

Lo slittamento influirà e inciderà, naturalmente e notevolmente, anche sul gettito (100-200 milioni il primo anno). Somma che poteva rappresentare un’utile copertura per alcune spese che saranno introdotte dalla legge di bilancio.

Chi sarà tassato?

A dover adempiere al provvedimento saranno le multinazionali che hanno sede all’estero, le imprese italiane e quelle residenti in Italia.

Saranno le banche a ricoprire un ruolo chiave di intermediari finanziari per i soggetti non residenti senza stabile organizzazione in Italia.

Per non danneggiare le aziende nostrane il legislatore ha previsto un Credito d’Imposta in compensazione di valore pari a quello della Web Tax da calcolare ai fini del pagamento dell’imposta sui redditi. Il Credito d’Imposta è una novità dell’ultima versione della legge è stato così formulato in modo che il sostegno non sia inquadrato come aiuto di stato.

Le aziende agricole invece possono tirare un respiro di sollievo: saranno escluse dal provvedimento, così anche quelle imprese che hanno già aderito al regime forfettario e i “minimi”.

Quali attività saranno interessate?

Ancora non è esplicitato quali saranno le attività su cui verrà calcolata l’imposta.

Per una definizione bisognerà attendere un decreto del Ministero dell’Economia che dovrà essere emanato entro il 30 aprile.

Inoltre, nei due mesi successivi l’Agenzia delle Entrate sarà chiamata a delineare le modalità di segnalazione al Fisco di tutte le attività correlate ai servizi forniti in digitale.