Quadro internazionale
Lo scenario internazionale continua a essere dominato da un rallentamento dell’attività economica e da un’incertezza ostinata, che non accenna a diminuire. Una delle principali fonti di instabilità è rappresentata dagli annunci della nuova amministrazione statunitense in materia di politica commerciale, che alimentano tensioni e preoccupazioni sui mercati globali. Le conseguenze si fanno sentire: gli attori economici faticano a programmare investimenti e scelte strategiche in un contesto così fluido e imprevedibile.
Nel dettaglio, il primo trimestre del 2025 offre un quadro composito. Se da un lato la Cina e l’area euro mostrano una buona tenuta, dall’altro gli Stati Uniti registrano una lieve contrazione del PIL. Il dato negativo statunitense è attribuibile soprattutto a un’impennata delle importazioni, che ha inciso negativamente sulla bilancia commerciale e sull’output complessivo.
La situazione in Italia
L’Italia, in questo contesto, ha registrato una crescita del PIL del +0,3% nei primi tre mesi dell’anno, secondo le stime preliminari. Un dato tutto sommato positivo, superiore a quello di Francia e Germania, ma ancora al di sotto della performance della Spagna, che continua a sorprendere per la sua dinamicità economica.
La produzione industriale italiana ha mostrato un andamento altalenante: un incremento a gennaio, seguito da una flessione a febbraio e una sostanziale stabilità a marzo. Il bilancio complessivo del trimestre è comunque leggermente positivo, ma non abbastanza da dissipare i timori su una ripresa ancora fragile.
Il clima di fiducia non aiuta. Ad aprile si è registrata la terza flessione consecutiva dell’indice di fiducia delle imprese, con cali trasversali in tutti e quattro i principali settori economici. Non va meglio per i consumatori: sempre ad aprile, la loro fiducia è scesa ulteriormente, con un peggioramento netto nelle valutazioni sulla situazione economica del Paese. Un segnale chiaro che l’ottimismo resta scarso, e le aspettative sono orientate al ribasso.
In questo contesto incerto, l’occupazione offre una nota di relativa positività. Nonostante un lieve calo a marzo, il primo trimestre ha segnato un aumento del +0,9% su base congiunturale. Un miglioramento che coinvolge sia uomini che donne, sia lavoratori dipendenti che autonomi, inclusi i giovani e le fasce più anziane della popolazione attiva.
Infine, sul fronte dei prezzi, l’inflazione armonizzata (IPCA) è rimasta pressoché stabile ad aprile rispetto a marzo: 2,1% in Italia, contro una media del 2,2% nell’area euro. Un livello ancora gestibile, ma che va monitorato attentamente in un contesto economico instabile, dove anche piccoli scostamenti possono avere effetti amplificati.