In una mossa che ha temporaneamente allentato la tensione nel panorama del commercio internazionale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la sospensione per un mese dei nuovi dazi Usa da lui annunciati sui beni provenienti dal Messico. La decisione segue un accordo telefonico con la presidente messicana Claudia Sheinbaum, durante il quale il Messico si è impegnato a rafforzare il proprio confine settentrionale con l’ausilio di 10.000 membri della Guardia Nazionale per arginare il traffico di droga verso gli Stati Uniti.
L’accordo non si limita a misure di sicurezza: include anche l’impegno degli Stati Uniti a contrastare il traffico di armi da guerra verso il Messico. “Abbiamo questo mese per lavorare e convincerci a vicenda che questa è la strada migliore da seguire”, ha commentato Trump sul proprio social, Truth, sottolineando l’intenzione di avviare ulteriori negoziati per definire accordi più duraturi. Allo stesso modo, Sheinbaum ha confermato in conferenza stampa la volontà del Messico di collaborare attivamente per raggiungere una soluzione condivisa tra i due Paesi.
La sospensione dei dazi sul Messico, che avrebbero interessato oltre 2,1 trilioni di dollari di scambi commerciali annuali arriva meno di 48 ore dopo l’annuncio dei nuovi dazi estesi a Canada e Cina. Mentre la mossa rappresenta un sollievo momentaneo per il Messico, le prospettive di sospensioni analoghe per Canada e Cina appaiono meno probabili. Già sono stati segnalati contraccolpi sul mercato finanziario: lo S&P 500 ha registrato una flessione dello 0,6% a mezzogiorno, in parte grazie alla notizia di allentamento nei confronti del Messico.
Trump ha inoltre annunciato colloqui con il primo ministro canadese Justin Trudeau, mentre il Canada ha risposto annunciando dazi di ritorsione. Le relazioni con l’Unione Europea non sono da meno: durante un vertice informale a Bruxelles, i leader europei hanno espresso la volontà di negoziare, pur lasciando intendere che, in caso di imposizione dei dazi, potrebbero intervenire con misure di ritorsione. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato l’importanza di un accordo equilibrato per evitare una guerra commerciale, che, secondo i commenti della capo della politica estera dell’UE, Kaja Kallas, porterebbe benefici unicamente alla Cina.
Gli economisti mettono in guardia sugli effetti negativi dei dazi proposti da Trump: un’imposizione del 25% sui beni provenienti da Canada e Messico, e del 10% su quelli dalla Cina, potrebbe rallentare la crescita globale e far aumentare i prezzi per i consumatori statunitensi. La Camera di commercio internazionale ha evidenziato che tali dazi potrebbero ridurre le esportazioni messicane del 10%, incidendo sul PIL del paese di circa il 4% in un anno. Anche l’economia canadese rischia un calo del PIL del 2,6% a seguito dell’imposizione delle tariffe.
Il settore automobilistico, in particolare, potrebbe subire ripercussioni significative: le case automobilistiche statunitensi, come Ford e General Motors, hanno già visto scendere le proprie azioni di fronte alla possibilità di dazi aggiuntivi sui veicoli prodotti in Canada e Messico, catene di fornitura regionali che dipendono fortemente da scambi transfrontalieri.
Le misure di Trump, che coprirebbero quasi la metà delle importazioni statunitensi, comporterebbero un doppio sforzo per aumentare la produzione manifatturiera interna – un compito definito quasi irrealizzabile nel breve termine dagli analisti. La tensione si è riflessa anche sui mercati globali: indici azionari in Asia e in Europa hanno registrato cali, mentre le valute di Canada, Messico e Cina hanno subito una forte svalutazione rispetto al dollaro statunitense.
Il piano tariffario, giustificato dal presidente repubblicano come strumento per arginare l’immigrazione illegale e il traffico di stupefacenti, rimane dunque al centro di un acceso dibattito economico e politico. Mentre il Messico ha accolto positivamente la sospensione dei dazi, le prospettive per Canada, Cina ed eventualmente l’Unione Europea restano incerte, e il rischio di un’escalation in una guerra commerciale globale continua a preoccupare economisti e operatori finanziari
Conclusioni
La sospensione dei dazi sul Messico rappresenta un primo passo verso una possibile risoluzione delle tensioni commerciali, ma il quadro rimane estremamente complesso. Le prossime settimane saranno decisive per capire se si riuscirà a trovare un accordo condiviso che possa evitare ulteriori conflitti commerciali e garantire la stabilità economica non solo degli Stati Uniti, ma dell’intera economia globale.