In una intervista rilasciata a CNBC, in cui si è parlato soprattutto di banche e NPL, Matteo Renzi  ha rilasciato la seguente dichiarazione riportata in virgolettato dall'Agenzia Ansa: «Sono sicuro che vincerò il referendum, ma non perché questa sarebbe la mia vittoria, non è il referendum di Renzi», ma perché si decide del «futuro dell'Italia».

In sostanza, il presidente del Consiglio dice che il referendum costituzionale non è il referendum su Renzi, ma, allo stesso  tempo, afferma che sarà "lui" a vincerlo.


Poiché l'intervista è stata rilasciata in inglese, e lo stesso video dimostra, in modo comico, la scarsa confidenza con tale lingua da parte di Renzi, si potrebbe ipotizzare che quanto da lui dichiarato sia da attribuire più alla difficoltà di esprimersi che alla reale volontà di voler porsi come unico soggetto in grado di governare l'Italia.

Ma ogni dubbio viene subito sciolto con il seguito della usa dichiarazione, in cui afferma: «Vincerò il referendum, ma penso che le persone abbiamo bisogno di capire quale instabilità seguirebbe in caso contrario. Non solo resterebbero governi di breve durata, ma c'è anche il rischio, se si guarda ai sondaggi, che forse il M5s potrebbe andare a guidare questo Paese».

E Renzi conclude poi affermando che «sarebbe un errore una campagna elettorale con il rischio dei populisti. Vuoi cambiare e, infine, scegliere il futuro, o vuoi continuare con questo modello e distruggere la prospettiva di crescita degli ultimi anni in Italia? Questo è il Derby».

È ormai sempre più evidente che il personaggio non sa che cosa sia il ruolo istituzionale che ricopre, non conosce che cosa significhi ricoprire una carica pubblica e non sa quando e come vestirsi ed utilizzare i panni di segretario di partito.

Renzi è un personaggio sempre più grottesco che si mostra sempre più come caricatura del ruolo di presidente del Consiglio che affannosamente e senza alcun successo e autorità cerca di interpretare.