La reale situazione economica e geopolitica mondiale a quasi un anno dal conflitto bellico tra Ucraina e Russia.


La situazione economica e geopolitica mondiale è attualmente molto complessa ed in continua evoluzione. Il panorama che realmente è possibile ammirare è frutto di due potenti armageddon economici e finanziari, veri e propri shock al sistema: la pandemia da COVID-19 ed il conflitto bellico tra Ucraina e Russia. 

Analizzare la situazione in corso nel 2023 non è semplice, in quanto il contesto in esame presenta un quadro complesso ed in continua e repentina evoluzione, dovuta a scelte militari e/o finanziarie in risposta alle varie esigenze delle popolazioni coinvolte. 

Alla fonte dell’attuale situazione geopolitica ed economica mondiale vi è sicuramente la pandemia di COVID-19 che ha avuto un impatto significativo sull'economia di molti paesi. In risposta alla contrazione dell’economia dovuta dai vari lockdown necessari a bloccare la circolazione del virus, molto Paesi hanno attuato politiche monetarie molto permissive, diminuendo in maniera drastica i tassi di interesse ed inondando il mercato di liquidità. Una situazione simile avvenne nel lontano 2008 con la crisi dei mutui subprime, dove l’allora numero uno della banca Centrale Europea (BCE) Super Mario Draghi, pronunciò la celebre frase “Whatever it takes”, divenuta poi baluardo di speranza in quella crisi economica. A distanza di ormai tre agognati anni la situazione economia di molti paesi dell’Eurozona ed anche la situazione economica Americana destavano segni di rilancio con un aumento significativo del PIL e dell’occupazione nel mondo del lavoro. 

Ma, in un mondo altamente globalizzato ed iperconnesso, basta porco per far si che anni di sacrifici e restrizioni vadano in fumo. Nello scorso febbraio 2022, il presidente della federazione Russa Vladimir Putin, per motivi a noi di certo censurati e travestiti da una banale scusa ideologica e patriottica, decise di invadere lo stato libero dell’Ucraina. 

La prima reazione dei mercati è stato un profondo rosso, rosso come il sangue delle vittime, di cui Putin è responsabile. Molti investitori istituzionali sono corsi ai ripari iniziando ad accumulare ingenti quantità di riserve auree, riempiendo i propri caveau di lingotti d’oro ed argento, ed acquistando dollari, da sempre percepiti come beni rifugio.

A distanza di poche settimane i prezzi di petrolio e gas hanno subito un’impennata catastrofica, che ha gettato nel baratro famiglie ed imprese di tutta l’Eurozona. E sì, la vittima principale di questo conflitto da un punto di vista economico e finanziario, tralasciando ovviamente la tanto martoriata Ucraina, è l’Europa. Un ventennio di politiche estere insoddisfacenti ed a dir poche discutibili hanno consegnato tutti i paesi dell’Eurozona, di cui sicuramente l’Italia è pioniere in senso negativo, nelle mani del volere della Federazione Russa, in quanto tutto il petrolio ed il gas del fabbisogno europeo proviene dal permesso di esportare del tanto discusso presidente Putin. 

Pertanto i mesi che si sono susseguiti sono stati mesi abbastanza travagliati per i Paesi dell’Eurozona, alle prese con una seconda crisi, adesso anche energetica oltre che economica, a distanza di qualche mese dalla crisi causata dal COVID-19, che hanno dovuto inventarsi dei trucchi di magia per far sì che le imprese e le famiglie riuscissero ad andare avanti, ed evitare un ulteriore shock economico.  

Ora, che questi trucchi abbiano funzionato o meno non sta a me dirlo, sicuramente la situazione attuale è una situazione di immobilismo economico, in cui le famiglie preferiscono risparmiare il più possibile, e le imprese tendono a non rischiare nuovi investimenti, ma a questo ci arriviamo tra poco. Analizzando invece la situazione degli alleati storici d’oltremanica, gli Stati Uniti d’America, la situazione risulta essere molto differente.
L’inflazione è schizzata alle stelle in tutti i paesi del mondo per via del conflitto e dell’aumento del prezzo delle materie prime, ma in America la situazione è da attenzionare.

Gli Stati Uniti sono protagonisti occulti di questo conflitto, il Paese che ha fornito più arsenali militari all’Ucraina e sicuramente il Paese che ha fornito più aiuti economici alla stessa. Curioso è il fatto che in seguito al conflitto, gli USA siano diventati il principale esportatore di petrolio liquido dell’Eurozona. D’altronde se non ci si aiuta tra alleati…

Tralasciando dubbi e perplessità sulle reali motivazioni del conflitto bellico, su principali partecipanti e burattinai che muovono le fila, la situazione economica degli Stati Uniti deve solo fare i conti con un’inflazione altissima, che viene contrastata prontamente con continui aumenti di tassi di interesse da parte della Federal Reserve (FED), che di fatto rende il costo del denaro, ovvero più costosi i mutui per famiglie ed imprese.

Siamo arrivati proprio al nocciolo della questione, sia la FED che la BCE hanno perpetrato una politica aggressiva di contrasto all’inflazione, con un unico risultato: una recessione all’orizzonte.

L’immobilismo economico di cui patisce l’Europa adesso è frutto di uno dei più alti aumenti dei tassi d’interessi degli ultimi decenni. Giusto per dare un’idea stipulando un mutuo di €100.000,00 a trent’anni, tralasciando fogli informativi e dettagli dove è indicato il tasso di riferimento (puro marketing neurologico), il valore da restituire è di circa € 180.000,00. Esatto!!! Ottantamila euro solo di interessi, l’80% del capitale preso in prestito. Euro più euro meno questa è una situazione che naturalmente è insostenibile da famiglie ed imprese. 

I giovani non intendono ingabbiarsi a vita in un rapporto con uno strozzino (le banche attualmente sono anche peggio) e le imprese preferiscono cercare fonti differenti tipo autofinanziamento, dove è possibile, o crowdfunding. Tutto ciò, a meno di piacevoli ed osannati equivoci, porterà ad una recessione, ovvero ad un immobilismo economico che sarà poi ulteriormente contrastato dalle banche centrali con politiche monetarie espansive ed ulteriore diminuzione dei tassi si interesse. Che gioco fantastico l’economia…
Questa breve analisi economia mondiale ha volutamente tralasciato i Paesi più poveri, in quanto per via del loro alto indebitamento in dollari, ogni qual volta vi sono degli shock economici e finanziari globali, rischiano il default per via dell’aumento della quotazione del dollaro, e contestualmente l’aumento del loro debito. Sarà anche questo un caso visto che sono Paesi particolarmente ricchi di materie prime…

In conclusione, la situazione economica mondiale nell'anno 2023 richiede una gestione attenta e un'analisi approfondita da parte delle banche centrali e dei governi. L'acquisto di grandi riserve di oro da parte dei paesi può essere visto come una mossa a breve termine per stabilizzare l'economia, ma è importante considerare anche le conseguenze a lungo termine e i possibili rischi associati.
 
Dalla situazione economica a quella militare la distanza è breve. In termini di relazioni militari, la presenza globale delle potenze militari come Stati Uniti, Russia e Cina continua ad avere un impatto significativo sulla stabilità e la sicurezza internazionali. Ad esempio, la situazione in Ucraina e la presenza militare russa nel territorio ucraino hanno causato tensioni significative tra Russia ed occidente, con gli Stati Uniti e l'UE e tutta la NATO, che hanno adottato sanzioni economiche e politiche nei confronti della Russia, che a distanza di un anno dal conflitto hanno effetti troppo lievi ad indurre Putin a terminare questa guerra.

Cercando di immaginare un possibile scenario futuro del conflitto bellico tra Ucraina e Russia, la situazione attuale è molto incerta e dipende da una serie di fattori, tra cui la volontà politica delle parti coinvolte e le decisioni che prenderanno i governi degli Stati Uniti e dell'UE e dell’alleanza. Tuttavia, è possibile che la situazione continui a essere tesa e che le tensioni aumentino in futuro, soprattutto se le parti coinvolte non trovano un modo per risolvere pacificamente le loro divergenze.

In conclusione la situazione bellica in Ucraina è complessa ed in continua evoluzione, pertanto gli esiti futuri possono essere incerti ma facilmente immaginabili.
 
Risoluzione pacifica.

Questo scenario prevedrebbe una risoluzione pacifica del conflitto attraverso negoziazioni politiche e diplomatiche. Potrebbe essere necessario un coinvolgimento attivo di potenze internazionali, come l'UE, gli Stati Uniti e l'ONU, per raggiungere un accordo equo e duraturo che soddisfi entrambe le parti in conflitto e garantisca la pace e la stabilità nella regione. Difficile viste le recenti dichiarazioni del portavoce della Federazione Russa.

Escalation del conflitto.

Questo scenario prevedrebbe una continua escalation del conflitto, con un aumento della violenza e una maggiore intensità dei combattimenti. Potrebbe portare a un aumento delle vittime civili, alla destabilizzazione della regione e a una maggiore diffusione del conflitto ad altre aree vicine. Questo potrebbe avere conseguenze negative per la pace e la stabilità a livello globale e potrebbe richiedere un intervento militare internazionale per porre fine al conflitto. Il timore più grande è di fare un balzo indietro alla Seconda Guerra Mondiale, con l’utilizzo di armi atomiche. Come disse Albert Einstein: “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre”.

In entrambi i casi, è importante che le parti in conflitto adottino un approccio responsabile e che si evitino ulteriori escalation della violenza, al fine di garantire la pace e la stabilità nella regione e nel mondo intero.

Questo articolo è stato scritto con un unico intento, ovvero cercare di rendere edotte le persone e di chiarire la reale situazione mondiale, che molto spesso non viene raccontata in maniera corretta dai media, che come si sa sono controllati da società che devono sottostare al volere dei loro padroni: i loro Governi.