La diffusione dei Panama Papers ha indotto anche le autorità panamensi ad entrare in azione. Questa volta non potevano rimanere completamente indifferenti a rivelazioni relative a società offshore, che potrebbero servire anche a coprire attività criminali o al riciclaggio di denaro sporco e di cui erano probabilmente a conoscenza anche in precedenza, ma che avevano volutamente ignorato, dati anche gli stretti legami di Mossack e Fonseca con i vertici politici del paese centroamericano.

Il primo intervento ha probabilmente voluto essere intenzionalmente clamoroso. Pertanto, la perquisizione dello studio legale Mossack Fonseca, è durata ben due giorni di seguito, senza interruzioni, come ha tenuto a precisare il procuratore Javier Caraballo, che ha guidato il team di investigatori.

Sono stati "sequestrati" 100 server virtuali, ospitati in un data center al di fuori dello studio, oltre ad alcuni on-site. Gli inquirenti si sono detti particolarmente soddisfatti della quantità di dati su cui sono riusciti a mettere le mani e che adesso intendono esaminare con attenzione.

Non è stato specificato, tuttavia, se le indagini riguardano l'attività dello studio oppure quella dei clienti stranieri che dei servizi dello studio si sono serviti. Secondo alcune fonti, le autorità panamensi starebbero già operando in stretto contatto con quelle di altri paesi dell'America Latina, quali Perù, El Salvador, Venezuela, Costarica e Guatemala, dove si trovano molti dei clienti dello studio Mossack Fonseca.

Già nei mesi scorsi c'erano state perquisizioni in alcune filiali estere dello studio. In Brasile, alla fine di gennaio, erano stati arrestati alcuni dipendenti della sede locale di Mossack Fonseca, in relazione ad uno scandalo per corruzione. Perquisizioni c'erano state anche, in particolare, negli uffici di Perù ed El Salvador in merito ad irregolarità fiscali.

Ci si sta muovendo anche in Europa. La settimana scorsa, la polizia elvetica ha perquisito gli uffici dell'Uefa, relativamente alla costituzione di una società offshore per conto della stessa Uefa, a firma dell'allora segretario generale ed oggi presidente, Gianni Infantino, che al momento non risulta indagato.

A Parigi, è stata perquisita la sede della Société Générale, una banca cui sono collegate migliaia delle società offshore rivelate dai Panama Papers.