La foglia di fico ha parlato, ma nel giorno di Pasqua, in modo che nessuno sappia qualcosa di ciò che è stato detto, anche se - per rispetto della democrazia - rimarrà comunque notizia che qualcosa abbia detto.

Alle cronache, la foglia di fico è conosciuta anche con il nome di Gianni Cuperlo, necessario per distinguere quella foglia da alcune altre con cui è rivestita la democrazia del Partito di Renzi.

Con una certa soddisfazione, almeno a vedere dall'immagine del post, Gianni Cuperlo annuncia su facebook la sua intervista pasquale rilasciata al Corriere della Sera. Argomento principale, una nuova legge elettorale, la cui assenza alle prossime politiche sarebbe un fallimenmto del Parlamento, delle istituzioni e della democrazia. Insomma... sarebbe l'ennesimo assist della partitocrazia al Movimento 5 Stelle.

Senza una nuova legge elettorale il Parlamento vedrebbe aumentare il disprezzo nei propri confronti. In gioco è la qualità di istituzioni e democrazia. Quindi, «la legge elettorale non è un aspetto tecnico ma la chiave che può ricostruire un legame di fiducia tra il popolo e chi dovrebbe interpretarne i bisogni. Senza nuove regole evocare il populismo diventa lo scudo dietro il quale un ceto politico difende se stesso».

Che legge vorrebbe Cuperlo che impone al PD, in quanto forza al momento maggioritaria in Parlamento, di avanzare una proposta? «Il Mattarellum, che io approverei domattina, non ha i numeri per passare. [...] Ho depositato alla Camera ed è stata ripresa al Senato una proposta che poggia su tre punti. Collegi uninominali al posto dei capolista bloccati. Riparto proporzionale dei seggi e un premio fisso come incentivo alla governabilità. Su queste basi possiamo arrivare in fondo».

Tutto sta nel capire se Cuperlo di tale legge ne abbia mai parlato con il padrone del suo partito e con la sua necessità di rispecchiare in Parlamento il blocco con cui ne tiene imprigionata la struttura. Blocco che ha come finalità la protezione e l'esaltazione del padrone, cioè lo stesso Renzi.

La democrazia di Renzi non è tanto diversa da quella di un Erdogan o di uno dei tanti leader "democratici" che impazzano nell'attuale Europa. Cuperlo ne ha l'intelligenza per capirlo, anche se è tuttora sovrastata dall'ipocrisia che gli consenta di ammetterlo.