Michał Sopoćko nacque il 1 novembre 1888 a Nowosady nei pressi di Vilnius[1] da una nobile famiglia di tradizione patriottica. I padrini di battesimo furono i nobili Józef Nowicki e Jadwiga Sopoćko. Dall’atto di battesimo di suo padre, Wincenty Sopoćko, si può risalire al nome dei nonni paterni di Michał: Tadeusz Sopoćko e Karolina Widawska. Nonostante le difficili condizioni di vita, i genitori gli garantirono un’educazione culturale: prima in una scuola elementare a Zabrzezie, e poi ad Oszmiana in una scuola superiore[2].
I lavori pesanti in campagna, le lotte continue per il sostentamento della famiglia fu per Sopoćko una scuola di vita e di carattere. I valori morali dei genitori, la loro pietà profonda e il loro amore influirono sulla giusta formazione spirituale di Michał e dei suoi fratelli. In famiglia si pregava insieme tutti i giorni e si andava regolarmente nella chiesa distante diciotto chilometri. Si viaggiava con il carro trainato da un cavallo. L’atmosfera che regnava in casa suscitò in Michał, sin dalla più tenera età, una pietà ardente e il desiderio di consacrarsi a Dio nel servizio sacerdotale. Fin da bambino si costruiva degli altarini, davanti ai quali pregava e spesso faceva da guida nelle preghiere di famiglia, perciò era considerato un bambino molto religioso[3].
Aveva scoperto la vocazione per servire Dio nel sacerdozio, fin dalla sua infanzia. Questo desiderio, insieme alle sue aspirazioni giovanili, s’incanala in quella direzione, motivandolo allo studio e al proprio sviluppo spirituale[4].
Wincenty Sopoćko, padre di Michał, come capo famiglia, ogni giorno presiedeva alle preghiere recitate da tutti. In casa spesso s’innalzavano canti in onore della santissima Vergine e alla Sua Immacolata Concezione, nonché canti legati ai periodi liturgici vissuti nella Chiesa. Altra consuestudine della famiglia era la partecipazione alla santa Messa, presso la chiesa parrocchiale a Zabrzezie[5].
La sua più grande avventura fu il momento in cui ricevette gli altri sacramenti d’iniziazione cristiana. Secondo la tradizione di quei tempi, ciò avvenne molto presto perché all’età di circa quattro anni fu cresimato. Quella cerimonia, vissuta nella cattedrale di Vilnius, rimase per sempre impressa nella sua mente[6].
Dopo alcuni anni, già ordinato sacerdote, scrisse nel suo Diario: «Come adesso vedo due lunghe file di persone fra cui il vescovo con la mitria assistito da alcuni preti. Egli si fermò davanti ad ogni cresimando ungendo la loro fronte. Mio padre mi teneva in braccio e mentre si avvicinava al vescovo mi mise sul pavimento. Un signore mi posò la mano sul braccio destro e allo stesso tempo il vescovo mi unse la fronte e mi toccò le guance. Poi mio padre ci portò nella cappella di san Casimiro e ci fece vedere il sarcofago con le reliquie del santo. Queste emozioni forse non le dimenticherò mai»[7].
Il primo incontro con Gesù nell’Eucaristia gli fece la stessa indelebile impressione. Pare che allora, abbia annunciato con gioia alla propria madre: «Oggi ho accolto Gesù Cristo!»[8] E dopo anni scrisse: «Benedetto il giorno il cui ricordo mi riempie di beatitudine e di grande nostalgia»[9]. Da quel momento nacque in Michał il desiderio di una più frequente unione con Cristo, con la Sacra Comunione e di servire la Santa Messa[10].
Un momento prezioso, per la vita religiosa di Michał, fu il soggiorno di un anno a Zabrzezie, mentre studiava nella scuola locale. Vivendo nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, ebbe la possibilità di partecipare alle messe. Quasi ogni giorno era in chiesa, serviva la Santa Messa, la domenica cantava insieme all’organista i canti in onore della Santissima Vergine. In quel periodo il parroco di Zabrzezie era don Jan Kunicki, fervente sacerdote e buon predicatore. La sua personalità di sacerdote era ampiamente autentica. Le omelie infiammanti, il fervore di apostolo e la cura per un adeguato culto divino avevano inciso in modo grandioso su Michał, e alimentato in lui il desiderio del sacerdozio, accarezzato fin dall’infanzia[11].
La vita religiosa e la fedeltà agli ideali cristiani si svilupparono ancora di più durante lo studio di Michał, presso la Scuola Comunale di Oszmiana. In quell’epoca egli seppe coraggiosamente erigersi a difesa dei diritti della gioventù cattolica per poter professare la propria fede contro le disposizioni della dirigenza della scuola russa e ortodossa. Di propria iniziativa la gioventù riuscì a conquistarsi il permesso di esporre a scuola il quadro della Madonna di Częstochowa, di ripristinare le preghiere in lingua polacca e l’insegnamento della religione da parte di un prete cattolico. Il grande merito dei suoi genitori fu quello di aver aiutato il Sopoćko a diventare maturo, con una mente aperta e cuore generoso. La sua famiglia, come tante altre, era un modello di amore coniugale, ed evidenziava altresì una marcata devozione e fiducia nella Provvidenza di Dio. Così scrisse ricordandosi della sua chiamata: «Il pensiero della dedizione al servizio di Dio era frutto del contesto religioso nella mia infanzia. Ogni giorno mi dedicavo alla preghiera, sotto la guida di mamma o papà»[12].
La famiglia possedeva vasti terreni, ma nel 1902 cadde in difficoltà economiche. Dopo tanti anni, il Sacerdote scrisse nei suoi ricordi: «Questa situazione difficile è stata un duro colpo per noi tutti; ancora oggi solo ripensandoci mi si stringe il cuore»[13].La famiglia aveva perso non solo i beni materiali, ma anche quel valore di famiglia unita che era un suo punto di forza, costruito con grande sacrificio nel corso di lunghi anni. Inoltre, per mancanza di denaro, ben presto dovette affrontare anche un trasferimento, abbandonando con gran dolore e profonda tristezza tutti i vicini, ai quali era legata come se tutti fossero membri della stessa famiglia[14].
Quando parliamo della giovinezza di Sopoćko intendiamo soprattutto i suoi primi diciassette anni di vita, trascorsi assieme alla sua famiglia, nelle località di Juszewszczyzna (Nowosady). In questo periodo, il Nostro fu ininterrottamente a contatto con due ambienti a lui molto cari: il focolare unito della sua famiglia composta dai suoi genitori: Wincenty ed Emilia, suo fratello Piotr, sua sorella Zofia e la chiesa parrocchiale come luogo di luce, di speranza che dà il vero senso alla vita cristiana ed alla dimensione della sacralità dell’amore di Dio verso i suoi figli adottivi.
Già dai primi anni di vita, egli viveva nel contesto idilliaco di queste due realtà, sperimentando, nello stesso tempo, una stretta unione esistenziale tra i mondi circostanti e la sua persona. Ed è in questo spazio, quello della famiglia e della natura, la chiesa, i boschi, che si è sviluppata e plasmata la sua vita interiore, la quale poi, fin dall’inizio, ha evidenziato un timbro del tutto originale. Originale, in quanto la sua anima era marcata da un desiderio inestinguibile di conoscer e comprendere l’infinita misericordia di Dio.
Il desiderio di diventare sacerdote, nato presto, si rivelò però difficile da realizzarsi. Nel 1906, dopo aver terminato un corso di studi presso la scuola di Oszmiana, Michał fu costretto a interrompere la prosecuzione degli studi a causa del peggioramento della situazione finanziaria dei genitori. Il padre aveva perso l’incarico di gestire una fattoria a Juszewszczyzna, e quella nuova a Starzynki permetteva appena di mantenere modestamente la famiglia[15].
Dopo l’abbandono definitivo di Juszewszczyzna nel 1907, la situazione familiare di Sopoćko andava sempre peggiorando. Ora non potevano permettersi nemmeno di affittare un piccolo appezzamento di terra per la coltivazione[16].
prof. Gregorio - ks. dr Grzegorz Łydek
[1] Per chiarire meglio in quale situazione storica nacque Michał Sopoćko è opportuno tornare indietro nel tempo. Nel 1812, la città Vilnius fu presa da Napoleone durante la sua avanzata verso Mosca. Dopo il fallimento della sua campagna, la Grande Arme si ritirò nell’area, dove migliaia di soldati francesi vennero sepolti nelle trincee che avevano costruito mesi prima. Durante la Prima guerra mondiale, invece, Vilnius fu occupata dai tedeschi dal 1915 al 1918: cf. O. Niglio, Restauri in Lituania. Vilnius Capitale della Cultura Europea 2009, vol. I, Università degli Studi di Napoli, Napoli 2006, pp. 3-10.
[2] Cf. M. Sopoćko, Curriculum vitae ks. Michała Sopoćko, Wilno 20 maja 1928 r., (copia), AAB, cap. 14, vol. IV, pp. 1-2.
[3] Cf. H. Ciereszko, Życie i działalność Księdza Michała Sopoćki (1888-1975), pp. 222-227.
[4] Cf. ibidem, p. 228.
[5] Ibidem, p. 229.
[6] Ibidem.
[7] Dz., q. I, p. 4.
[8] Ibidem.
[9] Ibidem.
[10] Cf. ibidem, p. 5.
[11] Cf. H. Ciereszko, Il cammino di santità di Don Michele Sopoćko, pp. 14-15.
[12] Dz., q. I, p. 6.
[13] M. Sopoćko, Wspomnienia, cap. I, p. 1.
[14] Cf. Dz., q. I, p. 10.
[15] Cf. H. Ciereszko, Il cammino di santità di Don Michele Sopoćko, p. 16.
[16] Cf. ibidem, pp. 17-18.