Ricordate il presidente del Consiglio Matteo Renzi quando diceva di trovare solidissimo il sistema bancario italiano, più di quello di qualsiasi altro paese, Germania compresa? Nella due giorni che lo vede impegnato al Consiglio Europeo, ieri sera Renzi ha parlato di banche con il presidente della Commissione UE Juncker. E la conversazione non riguardava le banche europee in genere, ma proprio le banche italiane. Ed il contenuto della conversazione non ha fatto inten dere la stessa sicurezza del passato.

La notizia non è un'indiscrezione della stampa, ma una dichiarazione dello stesso Juncker: «Abbiamo discusso della questione banche con Matteo Renzi», dicendo poi di non esser preoccupato per le conseuenze Brexit, almeno per il momento, promettendo che «la Commissione Europea farà tutto il possibile per garantire in Italia e altrove che il sistema bancario, data la situazione di disagio, sia protetto nel modo migliore».

E che le banche italiane non fossero proprio così stabili lo hanno fatto intuire anche le dichiarazioni dello stesso presidente del Consiglio che, commentando la Brexit, annunciava: «Siamo pronti a fare tutto il necessario per garantire la sicurezza dei risparmiatori e dei cittadini». Frase del tutto analoga da quella pronunciata anche dal governatore della Banca d'Italia, Visco, al forum della BCE che si sta svolgendo a Sintra, in Portogallo: «Useremo tutti gli strumenti a disposizione per sostenere il sistema bancario. La Brexit è uno choc molto forte e bisogna fare attenzione che non si trasformi in una crisi sistemica attraverso le oscillazioni dei mercati finanziari. La volatilità è molto aumentata ed esistono rischi di contagio».
A voler non essere ottimisti verrebbe quasi da pensare ad una specie di escalation, cui le istituzioni italiane ed europee stiano preparando i risparmiatori italiani e non.

E che l'Italia stia pensando concretamente a norme in deroga a quelle entrate in vigore solo qualche mese fa con l'attivazione del bail-in, lo confermano le parole del vice ministro dell'economia Zanetti che non esclude questa  possibilità seppur in riferimento a situazioni che possano essere inquadrate come crisi sitemiche, confermando anche che l'attuale situazione del dopo Brexit è seguita con grande attenzione.

E quali sarebbero gli strumenti di salvaguardia da mettere in campo con cui il Governo starebbe trattando in Europa? Un'ipotesi sarebbe quella di creare un ulteriore fondo Atlante garantito dalla sola CDP che interverrebbe su aumenti di capitale e acquisto delle sofferenze. Questa soluzione potrebbe essere accettata dall'UE ed eviterebbe altre soluzioni con interventi diretti dello Stato (sul modello salvataggio MPS) che però risulterebbero più complessi, meno immediati e, soprattutto, difficilmente digeribili in Europa. BCE e Germania, tanto per mettere le mani avanti, si sono già espresse con dichiarazioni contrarie a modificare le norme del bail-in, Brexit o non Brexit.

Inoltre, non bisogna dimenticare che per mettere in atto il bail-in era stato avviato il fondo Atlante che però, considerando gli aumenti di capitale della Popolare di Vicenza e Veneto Banca e l'impegno per i Non Peforming Loan, ha già prosciugato la propria capitalizzazione iniziale.

Intanto, questa mattina la Camera ha approvato il testo, già passato al Senato trasformandolo in legge, del cosiddetto decreto Banche che, tra le altre cose, definisce i criteri di indennizzo dei risparmiatori danneggiati dal fallimento di Banca Carife, Etruria, Marche e Carichieti, che potranno richiederlo all'apposito Fondo di erogazione purché siano valide almeno una delle seguenti condizioni:
 - patrimonio mobiliare dell’investitore di valore inferiore a 100.000 euro posseduto al 31 dicembre 2015;
 - ammontare del reddito lordo ai fini Irpef dell’investitore nell’anno 2015 inferiore a 35.000 euro.
Ricordiamo che l’importo dell’indennizzo automatico è forfettario, pari all’80% del corrispettivo pagato per l’acquisto degli strumenti finanziari detenuti alla data di risoluzione delle banche in liquidazione, al netto di oneri e spese connessi alle operazioni di acquisto e della differenza tra rendimenti ottenuti e tasso sui Btp.