Il tandem Toninelli e Di Maio si sono impegnati tanto, come avrebbe detto Di Battista, e sono riusciti a mettere in atto la procedura grazie alla quale Alitalia dismetterà il contratto di leasing per il famoso Air Force Renzi, un Airbus 340-500 per cui lo Stato italiano si era impegnato a pagare 150 milioni di euro.
A quanto detto dai due ministri, che per l'iniziativa hanno scomodato l'intero governo - compreso il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa - l'areo voluto da Renzi è un flop commerciale di Airbus che ne ha smesso da otto anni la produzione. Gli esemplari finora prodotti, circa 40, vengono venduti a 34 milioni di euro. Renzi aveva impegnato l'Italia a pagarne 150... e senza neppure acquistarlo, visto che a fine leasing sarebbe ritornato in possesso di Ethiad, compagnia aerea da cui l'Air Force Renzi proviene.
I documenti che erano stati redatti per il contratto di leasing erano stati secretati. Finora l'Italia ha speso per l'aereo circa 50 milioni di euro. Con la risoluzione del contratto ne risparmierà 108.
Da sottolineare anche che l'affitto di quel mezzo, di dimensioni non certo ridotte, aveva comportato anche l'affitto di un apposito hangar presso l'aeroporto di Ciampino, dato che in quelli già a disposizione dei velivoli dello Stato non entrava... perché troppo grande!
Il responsabile del leasing, il senatore semplice Matteo Renzi appena la notizia della risoluzione del contratto era stata annunciata, senza però aver ancora visto il video sopra riportato, aveva risposto in questi termini, affermando come sempre accade in questi casi che la notizia è una bufala e cercando di ributtare la palla al centro, parlando d'altro!
«L'aereo di Renzi è una bufala. E quando rilanciano quella bufala lì, significa che stanno messi male, che sono disperati. Quell'aereo non era per me: era l'aereo per le missioni internazionali delle imprese. Era un mezzo a servizio delle nostre politiche di rilancio dell'export. Non è un caso se io non ci ho mai messo piede: usavo lo stesso aereo che hanno usato tutti i premier, tutti, quelli prima di me e quelli dopo di me.
Oggi però Di Maio e Conte - all'unisono - parlano di nuovo "dell'aereo di Renzi". Mi fa piacere che Di Maio abbia permesso a Conte di parlare e sono rassicurato, come tutti gli italiani, di sapere che il nostro premier stia bene.
Il punto politico è che Di Maio ha scritto un decreto che farà licenziare 80mila persone. E non sapendo come cambiare discorso, rilancia le vecchie bufale di un tempo.
Tutto bene, se non fosse che adesso Di Maio è ministro. E dovrebbe occuparsi di lavoro e sviluppo economico, non di creare disoccupati. Perché alla fine il Governo del cambiamento cambierà solo questo: la carta da visita del ministro Di Maio.
Doveva essere il ministro del lavoro, è diventato il ministro della disoccupazione.
Hanno vinto le elezioni parlando di flat tax, reddito di cittadinanza, legge Fornero. Hanno bisogno di bufale per andare avanti.
Ma la verità prima o poi viene fuori. E il tempo è galantuomo: se sono costretti a rilanciare su una bufala conclamata come l'aereo di Renzi significa che se ne stanno accorgendo anche loro.»
Può darsi che l'Air Force Renzi sia un'arma di "distrazione" di massa... non è da escludere. Ma il problema di Renzi, indaffaratissimmo a districarsi tra rogiti e mutui, è che non ha spiegato perché, se lui non ci ha mai messo piede, abbia stipulato un contratto di leasing che impegnava il Paese che lui governava a pagare un aereo il quintuplo del suo valore, secretando poi tale documento.
Non è una domanda del tutto irrilevante. Se ci vorrà far conoscere la risposta, visto che quanto scritto nel contratto non è una "bufala", gliene saremo grati. Lo farà?