"La dinamica di crescita dell'economia globale ha continuato a essere stabile nel secondo trimestre del 2018, ma i rischi al ribasso legati alle tariffe commerciali sono rimasti evidenti. Inoltre, gli indicatori del commercio globale hanno registrato una perdita di slancio."

Questo l'allarme lanciato dalla Bce nell'ultimo bollettino economico, pubblicato ad agosto.

Non è che la Bce preveda un rischio recessione, poiché "gli ultimi indicatori economici si sono stabilizzati e continuano a puntare a una crescita continua solida e ampia". Il guaio, però, è che questa crescita avviene ad un ritmo più lento rispetto al 2017, dovuto "principalmente a un indebolimento impulso da un commercio esterno in precedenza molto forte, aggravato da un aumento delle incertezze e da alcuni fattori temporanei e dal lato dell'offerta sia a livello nazionale che a livello globale."

Per quanto riguarda il programma di acquisto dei titoli di Stato, la Bce ha confermato che continuerà a effettuare acquisti all'attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro fino alla fine di settembre 2018.

Dopo tale data, "in base ai dati in arrivo che confermano le prospettive di inflazione a medio termine, ridurrà il ritmo mensile degli acquisti di attività nette a 15 miliardi di euro fino alla fine di dicembre 2018 e quindi concluderà gli acquisti netti."

Successivamente, la Bce ha ricordato che "intende reinvestire i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito dell'APP per un periodo prolungato dopo la fine degli acquisti di attività nette, e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di sistemazione monetaria."