Dando per scontato che Boschi, Renzi, governo e banche siano argomenti noti, ciò che rimane da spiegare è pertanto l'eristica che, in parole povere si può riassumere nell'arte di chi vuole sempre avere ragione, negando i fatti, raccontando di un fatto solo ciò che conviene oppure confermando un fatto sì, ma stravolgendone il significato.

E ieri dell'eristica ne abbiamo avuto un esempio nelle ospitate tv su La7 dei due massimi esponenti del renzismo, Renzi e la sua delfina Boschi. La delfina dell'attuale segretario del Pd ed ex premier ieri era nell'occhio del ciclone, dopo le affermazioni del presidente della Consob Vegas durante la sua testimonianza alla Commissione d'inchiesta bicamerale sulle banche.

A differenza di quanto Maria Elena Boschi aveva sostenuto in Parlamento, cioè di non essersi mai occupata di banche e tantomeno di Banca Etruria quando ricopriva il ruolo di ministro per le Riforme, Vegas ha testimoniato che lei gli aveva parlato di Banca Etruria. All'affermazione è seguita una serie di dichiarazioni di esponenti delle opposizioni che hanno invitato l'attuale sottosegretario alla presidenza del Cosiglio a dimettersi dall'attuale incarico per aver mentito al Parlamento. 

La Boschi, invece, ha replicato di non aver mai mentito perché, seppur confermando stavolta di essersi interessata di banche e soprattutto di Banca Etruria in cui suo padre sedeva nel Consiglio d'amministrazione, lei ha detto di non aver mai fatto pressioni per risolvere i problemi che hanno poi portato la banca aretina al fallimento.

Nella foga delle smentite e degli annunci di querela nei confronti di chi l'aveva paragonata a Mario Chiesa (Luigi Di Maio), la Boschi ha pure confermato di aver parlato di Banca Etruria persino con Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, ma anche stavolta senza mai aver esercitato pressioni. Ghizzoni è colui intorno al quale è nata la diatriba tra Boschi e De Bortoli in relazione all'ultimo libro di quest'ultimo, in cui era pubblicata tale notizia. Ma anche in questo caso tutto ruota intorno alle "pressioni" che Maria Elena Boschi avrebbe o non avrebbe esercitato.

Quello che ieri era stato sempre negato da parte della Boschi, oggi viene confermato ma anche giustificato con l'aggiunta delle pressioni che lei non avrebbe mai fatto.

E la stessa tecnica nell'appellarsi ai sofismi e alle mezze verità è stata usata da Renzi durante la sua partecipazione a Piazza Pulita. Come al solito, Renzi ha confermato la bontà di quanto ha detto, promesso e fatto sia da segretario Pd che da premier, elencando i suoi risultati sempre come successi.

Un esempio su tutti il Jobs Act, che è stato definito un capolavoro perché adesso in Italia ci sono un milione di posti di lavoro in più rispetto al 2014. E per Renzi non conta il fatto che questi lavori siano tutti, ma proprio tutti, lavori a tempo determinato. Infatti, la sua riforma del lavoro ha solo precarizzato tutti i contratti di lavoro, cancellando quelli a tempo indeterminato. Infatti, i nuovi assunti grazie al Jobs Act sono lavoratori con contratti "permanenti" che possono essere licenziati in qualsiasi momento entro tre anni dalla data di assunzione (e questo sarebbe un lavoro a tempo indeterminato?) oppure sono lavoratori assunti con contratti a tempo determinato per lavori persino di poche ore settimanali...  come accaduto quasi esclusivamente negli ultimi 12 mesi. E tutto questo per Renzi sarebbe un successo, costato pure quasi 20 miliardi di euro!

L'eristica a cui ricorrono Renzi e i renziani, come già in passato aveva fatto Berlusconi, è un modo come un altro di supportare il proprio ego e le cariche politiche o di governo. E se uno può sentirsi in tal modo soddisfatto nel credere di aver dimostrato in tv di aver sempre ragione, dovrebbe però ricordarsi che a votarlo saranno comunque gli italiani che, alla fine del gioco, controlleranno nel portafoglio la reale bontà delle meraviglie che sono state loro offerte.

Gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto alle prossime politiche, riguardanti il Pd, dicono che l'eristica non è ancora riuscita a convincere i portafogli degli italiani.