Il modulo scelto per l'Italia da Mancini, per affrontare i campioni d'Europa del Portogallo, è stato il 4-4-2. In porta, come al solito, è stato schierato Donnarumma. In difesa, Lazzari e Criscito esterni, Caldara e Romagnoli coppia centrale. In mezzo al campo, Jorginho e Cristante, mentre Chiesa e Bonaventura si sono piazzati sulle fasce, rispettivamente a sinistra e a destra. Davanti, la coppia Zaza Immobile, con quest'ultimo divenuto capitano al posto di Chiellini.

Come è andata a finire? Il Portogallo, con un'azione in contropiede, ha segnato la rete che ha sancito il risultato della gara. Al 4' della ripresa, il portoghese Bruma ruba la palla all'Italia che stava impostando un'azione d'attacco, Andre Silva la riceve, e con un tiro alla Robben (seppur quasi rasoterra) infila Donnarumma alla sua destra.

Rispetto alla prima uscita in Nations League contro la Polonia, questa volta l'impegno degli azzurri è stato costante per tutto l'incontro. Il problema però, è stato il risultato dell'impegno che può definirsi scarso dal punto di vista non solo realizzativo, reso evidente dal fatto che l'Italia non ha segnato neppure un gol, ma anche da quello relativo alle conclusioni verso la porta avversaria.

"Quando si inizia ad arrivare a certi livelli - ha detto il CT Mancini - è naturale soffrire. Ad ottobre la condizione migliorerà e questo sarà positivo. Ma il problema del gol esiste e dobbiamo risolverlo. Di errori ne commettiamo, per questo dobbiamo cercare di limitarli e mettere il massimo. Per vincere bisogna segnare, quindi occorre trovare le soluzioni giuste".

"Non mi è piaciuta la sconfitta - ha proseguito Mancini - mentre mi è piaciuta la voglia di provarci fino alla fine, rischiando magari di prendere il secondo gol, ma l'atteggiamento era quello giusto. Non vogliamo retrocedere, vogliamo provare ancora ad arrivare primi nel girone, ci sono tre partite per la Polonia e il Portogallo e due per noi, vediamo cosa accadrà".

Di problema del gol ne parla anche Simone Zaza: "Contro una squadra forte, che è campione d'Europa, abbiamo giocato bene, a tratti abbiamo anche dominato la partita, abbiamo avuto le nostre occasioni, ma se non fai gol diventa difficile pareggiare o vincere le partite. Inesperti? Quando un giocatore arriva in Nazionale deve sempre dare il massimo, indossare questa maglia è un senso di responsabilità molto alto. E' vero anche che ci sono molti giovani, siamo in fase di sperimentazione, dobbiamo continuare per questa strada, non come risultati, ma come lavoro. E rialzarci prima possibile".

Oltre alle considerazioni dei protagonisti, è opportuno aggiungere anche quelle degli osservatori. Che cosa non ha funzionato in questa Italia? L'assetto tattico ed il centrocampo, due problemi visti anche durante la partita contro la Polonia. Il problema è che è difficile dire se tali problemi siano distinti o se uno sia conseguenza dell'altro.

Le squadre che giocano con una difesa a quattro, con due terzini che agiscono spesso come esterni alti finiscono per essere scoperte dietro. Così è accaduto ieri all'Italia, con i due difensori  centrali che si sono spesso trovati a centrocampo in inferiorità numerica sulle ripartenze dei portoghesi. A metterci una pezza sono stati Bonaventura e Chiesa finiti a fare loro i difensori centrali, mentre Caldara e Romagnoli si occupavano delle fasce. Siccome questa situazione si è ripetuta più di una volta, è chiaro che non può essere imputata alla qualità o all'inesperienza dei giocatori.

Inoltre, in fase d'impostazione, assente Cristante, Jorginho ha provato a creare gioco da solo, ma senza l'ausilio di un marcatore, come aveva lo scorso anno al Napoli con Allan o adesso con Kanté al Chelsea, anche lui ha potuto fare ben poco per dare un senso alle trame degli azzurri.

Per questo non sono arrivate palle giocabili agli attaccanti, sono state rare le incursioni sulle fasce ed i cross dal fondo. I gol non arrivano quando la squadra non riesce a far arrivare palloni giocabili almeno nei pressi dell'area di rigore. Ieri è accaduto questo.