Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, dopo l'interruzione del tavolo delle trattative che lunedì 23 aprile ha visto acquirenti, sindacati e governo confrontarsi per l'ennesima riunione relativa alla vendita dell'Ilva, ha riassunto quanto accaduto parlando di «distanze incolmabili in tema di salario per i lavoratori. Mentre rimane ancora da affrontare la discussione in merito al piano industriale, al risanamento ambientale e alla riassunzione di tutti i 14mila lavoratori.»

Oltre alle difficoltà tra parti sociali e azienda acquirente, hanno fatto anche scalpore quelle tra le istituzioni, con la regione Puglia, rappresentata dal presidente Michele Emiliano, iscritto al Pd, che via social chiede di allargare il tavolo della trattativa comprendendo anche i rappresentanti della regione Puglia e quelli dei partiti che hanno vinto le ultime elezioni.

Questo è quanto ha scritto Emiliano su facebook: «Una trattativa così complessa e controversa come quella sul futuro di Ilva non può proseguire nei tavoli ristretti guidati da rappresentanti del governo uscente. L’esito del voto ha cambiato l’assetto istituzionale e il governo uscente non ha ottenuto dagli italiani alcun tipo di fiducia. E in particolare non l’ha ottenuta a Taranto.

Il principale partito del Parlamento italiano ha conseguito la maggioranza dei consensi nella provincia di Taranto su una piattaforma programmatica che non esclude la chiusura della fabbrica con il varo di un complessivo piano di bonifiche e reindustrializzazione.

La Regione Puglia che non ha mai preteso di dettare le decisioni strategiche ai vari governi succedutisi nel tempo, pretende che la trattativa sia proseguita da un governo che faccia conoscere all’Italia e a alla Puglia qual è il destino dell’Ilva. Potendo sempre contare sulla nostra collaborazione.

Chiediamo trasparenza e lealtà anche dai vincitori delle elezioni, che non potranno cavarsela lasciando finire il lavoro sporco al governo uscente per poi criticarlo una volta formato il nuovo esecutivo. Taranto non può più essere il luogo della commedia degli equivoci dove molti parlano senza poi essere conseguenti.

A questo fine chiederò un incontro con i leader dei partiti vincitori delle elezioni, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, perché anch’essi chiedano al ministro Calenda e al vice ministro Bellanova di sospendere immediatamente ogni attività riguardante Ilva al fine di consentire a tutti noi di potere proseguire la difficilissima trattativa con un governo che abbia un programma legittimato dal voto degli elettori.

Chiediamo che la Regione Puglia partecipi al tavolo Ilva, esattamente come avviene per tutte le altre vertenze occupazionali. Ancora oggi, infatti, ci sono atti fondamentali inaccessibili: la Regione ha dovuto far ricorso alla magistratura per avere accesso al contratto di aggiudicazione e piano industriale.»

E, naturalmente, alla dichiarazione di Emiliano ha prontamente risposto, via twitter, un altro "campione" di presenzialismo social tra coloro che hanno responsabilità istituzionali, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, anch'egli iscritto al Pd: «La trattativa va avanti come è giusto e doveroso. ILVA è in amministrazione straordinaria, costa 30 milioni mese ai contribuenti, ci sono posti di lavoro e investim. ambientali da tutelare. Appellarsi a Lega e 5S per bloccare attività Governo è surreale persino per tuoi standard.»

E, ovviamente, la polemica andrà avanti... molto più speditamente e ricca di contenuti rispetto invece alla trattativa sindacale cui fa riferimento!