La spiritualità è anche «la ricerca profonda dell’Assoluto, che attraverso la fede ricevuta nel battesimo, assume un carattere personale ed esperienziale»[1]. In una riflessione del Nostro, scritta alle religiose sulle virtù teologali, leggiamo:

 «Vedo in spirito come la bontà eterna scolpisca particolarmente queste virtù nelle anime elette, dilettissime, che vivono osservando una regola religiosa; esse hanno rinnegato il mondo, i suoi beni illusori, la propria volontà, dedicandosi, senza nessuna riserva, alla ricerca personale dell’Assoluto, a fortificare il regno di Dio in se stesse ed a diffonderlo tra gli altri nel mondo intero»[2].

 Nella ricerca personale dell’Assoluto, la spiritualità concepita come vita nello Spirito, diventa fondamentale, favorevole al dialogo e alla relazione tra Dio e l’uomo[3]. È evidente come per Sopoćko sia importane rinnegare il mondo, i suoi beni illusori e cercare  la volontà divina a cui uniformarsi.

Il Nostro, nella ricerca personale dell’Assoluto, decide di commentare alcuni tra i passi biblici più rilevanti dell’Antico Testamento, per vedere se dal principio ci fosse la relazione e inoltre l’intimità tra Dio e l’uomo, la volontà di Dio di concedere agli uomini il dono della vita nello Spirito. Già nella creazione, Genesi cap.1-3, Sopoćko trova la prima risposta. Essa dice che proprio Adamo ed Eva diventano per il Creatore l’oggetto e l’attenzione particolare della misericordia, espressa con «la benedizione per la moltiplicazione» (Gn 1,28). Il Creatore misericordioso considera la creatura «cosa molto buona» (Gn 1,31). Infatti, il primo uomo viene posto nel «giardino dell’Eden» (Gn 2,8.15), «dove Dio passeggiava» (Gn 3,8). Proprio nel giardino Eden Dio iniziò il dialogo d’amore intenso con Adamo, stabilendo con lui un patto e un comando che salva dalla morte: 

 «Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti» (Gn 2,16). 

 Adamo, invece, infrange l’alleanza e il dialogo con Dio-Amore e commette il peccato. Dio essendo l’amore, però, non abbandona “Adamo vecchio” e nemmeno lo rifiuta per sempre. In altre parole, “l’amore creazionale” di Dio diventa misericordia illimitata nei confronti dell’uomo peccatore. Nel libro della Genesi, più avanti, leggiamo: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15). Secondo Sopoćko, Dio ha dichiarato inimicizia tra il serpente e la discendenza della donna, contrapponendo l’uomo al diavolo  e alla sua provenienza. Dio, però, essendo misericordioso non lascia l’uomo peccatore solo, ma lo sostiene e lo aiuta a intravedere la salvezza futura, e cioè la vittoria finale sul male[4]. Egli è sempre fedele. Dio compie il primo passo decisivo, istaurando un nuovo e profondo rapporto d’amore con l’uomo che si trasforma nell’amicizia. Esattamente, Dio scegliendo Abramo, eletto tra i pagani (cf. Gs 24,2-3), diventa il suo amico (cf. Is 41,8; Gc 2,23) e addirittura confidente dei segreti (cf. Gn 18,17; Am 3,7). Abramo confidando in Dio ha risposto al desiderio dell’amore misericordioso, lasciando in primis la terra d’origine (cf. Gn 12,1). Abramo fedele a Dio è stato pronto ad accettare la prova del sacrificio dell’unico figlio amato (cf. Gn 22.2)[5]. 

don Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek



[1] Cf. L. Bouyer, Introduction à la vie spirituelle. Précis de théologie ascétique et mystique, Desclée Cie, Paris 1960,  pp. 22-25.
[2] M. Sopoćko, La vita religiosa, p. 1 [Traduzione nostra dall’originale polacco].
[3] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy ks. Michała Sopoćki, p. 40.
[4] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 79-81.
[5] Cf. ibidem, pp. 83-84.