Secondo quanto ci vuol far credere l'organo ufficiale del Partito Democratico le elezioni in Sicilia sono un fatto locale che nulla ha a che vedere con il voto nazionale delle politiche. A supporto di questa tesi sono stati arruolati Paolo Mieli e Salvatore Vassallo per ricordare all'opinione pubblica che in Sicilia le elezioni, in base a quello che ci dicono i dati storici le ha sempre vinte la destra.

Dunque - ci dice Democratica - chi volesse leggere il risultato delle regionali siciliane di domenica prossima in chiave nazionale si troverebbe a commettere un "grosso errore di analisi". Naturalmente ciò non significa affatto sminuire il voto dei cittadini siciliani... ci mancherebbe altro! Vuol dire solo che coloro che da domenica sera in avanti commenteranno il voto non dovranno "trarre conclusioni precipitose" che, tradotto in italiano corrente, significa: Matteo Renzi non potrà essere messo in discussione nonostante l'ennesima scoppola presa dal PD nell'ennesima elezione...

Per quanto riguarda la logica della tesi proposta nell'articolo di Mario Lavia, va ricordato che se un partito dovesse operare su un territorio in base alla premessa che qui non ci impegniamo perché tanto non vinciamo, allora alle politiche il PD non farà campagna elettorale in Veneto, probabilmente in Lombardia, nelle regioni meridionali, limitando la sua presenza solo a quelle in cui è sicuro di vincere, sperando che i voti raccolti siano di più di quelli persi.

Difficile immaginare che tutto questo possa definirsi logico anche seppur limitato al solo campo della politica. E che logico non lo sia lo dimostra che in Sicilia il Movimento 5 Stelle contenderà il successo elettorale - almeno in base a quello che dicono i sondaggi - al centro destra. Quindi, nonostante tutto, in Sicilia il centro sinistra poteva fare altrettanto, specialmente se avesse deciso di presentarsi unito con PD e sinistra radicale in un'unica lista. Ma Renzi ha preferito allearsi con Alfano... e, pertanto perderà le elezioni con una percentuale di voti che se dovesse essere di molto inferiore al 20% non potrebbe non causare scossoni all'interno del partito. Anche i renziani, alla fine, puntano ad esser rieletti nella prossima legislatura... anche quelli che non sono nelle strette vicinanze del giglio magico. Se Renzi non è più la gallina dalle uova d'oro, segretario o non segretario, è difficile che qualcuno non cominci a minargli il terreno sotto i piedi.

A proposito, ma il segretario non dovrebbe partecipare, in un momento cruciale alla campagna elettorale in appoggio al candidato del proprio partito, supportandolo giorno per giorno nell'ultima settimana di campagna elettorale? No. Perché Renzi non lo fa? Semplicemente perché non vuole associare la sua immagine ad un perdente. Per questo è andato all'estero... addirittura negli Usa, pur di non aver nulla a che fare con la Sicilia. Ma si comporta così un segretario di partito?