Continua la battaglia di Mosul con l'Isis che da una parte cerca di consolidare le proprie posizioni all'interno della città, facendosi scudo della popolazione posizionando artiglieria pesante e lanciamissimili in mezzo alle zone più abitate, nei quartieri residenziali, dall'altra cerca di impedire la fuoriuscita di profughi con azioni di rappresaglia come quella messa a segno nella zona di Hemrin nei confronti di una ventina di fuggitivi, uccisi da un'esplosione, che si erano rifugiati sotto la protezione dell'autorità irachena.

L’esercito iracheno, per aver ragione della resistenza dei miliziani del califfato che non danno segnali di arretramento nelle zone degli scontri, avrebbe intenzione di aprire un secondo fronte a nord-est di Mosul, in direzione dei quartieri di Tahrir e Zahara.

Nel frattempo, si moltiplicano appelli e denunce per la violazione dei diritti di uomini, donne e bamibini. L'ultimo in ordine di tempo è quelo di Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, che ha denunciato che 400 donne sono ostaggio dell’Isis a Tal Afar. La preoccupazione è che, oltre ad essere vittime di abusi, possano essere trasferite nelle zone dove si combatte ed essere utilizzate come scudi umani. 

Per rendere la situazione ancor più caotica, sullo sfondo è sempre più incombente il fantasma turco che, come testimoniano i recenti arresti dei parlamentari dell’Hdp, rivela che Erdogan sia interessato ad un ruolo attivo nel controllo del nord dell'Iraq, per impedire che la comunità curda possa rafforzarsi e costituire in futuro una minaccia per una sua espansione in Siria e Turchia.