Il nuovo presidente eletto Gustavo Petro, ancora in attesa di insendiarsi, ha fatto dichirazioni importanti relative alla scelta ambientalista della Colomnbia.

Attualmente la Colombia è un Paese in fase di transizione: è infatti un produttore importante di carbone e di petrolio, ma ha già intrapreso col presidente uscente Iván Duque un percorso per migliorare il suo status ecologico.

Duque, però, è più prudente di Petro, che sembra voler sterzare con decisione verso l’abbandono totale della produzione di combustibili fossili, pesando così sulla bilancia economica del Paese.

Per questo ha letteralmente definito le intenzioni di Petro come un “suicidio” e uno “spararsi sui piedi”.

La nuova vice presidente Francia Márquez ha un curriculum di attivista per i diritti civili e per l’ecologia, al punto da aver vinto il Goldman Environmental Prize, considerato il “premio Nobel” dell’ambientalismo.

La Colombia è statisticamente uno dei peggiori Paesi al mondo per chi vuole occuparsi di questa tematica, visto l’alto numero di aggressioni e persino di omicidi di attivisti. La stessa Márquez è stata vittima di attentati in tal senso.

Il mandato presidenziale però ha una durata di soli quattro anni, pochissimi per realizzare dei progetti ecologici di grande impatto se si considerano che non c’è la possibilità di essere rieletti.

Però se il progetto di Petro avesse successo, la Colombia sarebbe il più grande produttore di combustibili fossili a passare totalmente alle fonti rinnovabili.