Matteo Orfini, presidente del Pd su facebook: «Sono in commissione banche. Stiamo audendo Ghizzoni. Che - come già Visco e Vegas - ha confermato di non aver mai subito pressioni dal ministro Boschi.

Di più, ha raccontato che la valutazione di un eventuale acquisto di Etruria da parte di Unicredit era precedente al colloquio con la Boschi. Sottolineo questo aspetto perché De Bortoli aveva scritto un'altra cosa. Ovvero che l'interessamento era successivo a colloquio con Boschi. Quindi aveva scritto il falso.

Ve lo dico qui perché nelle prossime ore gli strepiti di grillini and co. racconteranno l'opposto. Non avendo nulla da dire e da proporre al paese è l'unico modo che hanno per fare la campagna elettorale. Un po' come la destra, quella di Giorgia Meloni, di Brunetta, di Salvini.

In commissione tutti ci hanno spiegato che le banche sono andate in sofferenza per l'effetto della crisi economica. Crisi così pesante in Italia perché fu affrontata tardi. Non per caso. Ancora nel 2011 Berlusconi e Tremonti spiegavano che non c'era crisi perché i ristoranti erano pieni. Avete capito perché Tremonti non vuole essere audito in commissione?

Questa è la verità. Con buona pace di chi non vuole che emerga.»

Matteo Orfini è stato buon profeta, ma non ci voleva molto a prevedere che avrebbe scritto ciò che sopra è stato riportato. Il Pd, compattamente, si è schierato a difesa dell'operato di Maria Elena Boschi, stravolgendo dichiarazioni, fatti e interpretazioni per giustificare al di là di ogni evidenza il palese conflitto di interessi che ha coinvolto, oltre all'attuale sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, anche Matteo Renzi e Marco Carrai, cioè i tre quinti del mitico giglio magico, ovvero la fondazione Open che sta dietro agli "affari" politici di Renzi & co.


A smentire le parole di Orfini, arriva la dichiarazione di  Ferruccio De Bortoli, sempre su facebook: «Ringrazio Federico Ghizzoni per aver confermato la richiesta dell’allora ministra Maria Elena Boschi di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria.

Prima dell’uscita del mio libro, nel quale non si parla mai di pressioni, non si sapeva che Unicredit avesse trattato l’acquisizione di Etruria, né che sull’argomento fosse intervenuta Maria Elena Boschi, nei modi e nei tempi che Federico Ghizzoni ha precisato. Era giusto che l’opinione pubblica lo sapesse e che lo sapessero in particolare azionisti, obbligazionisti e risparmiatori delle altre banche in crisi.

Attendo l’azione civile di cui ho sentito finora parlare, senza aver ricevuto alcun atto. Aspettando che sia il Tribunale a dire l’ultima parola credo che la penultima l’abbia già detta Ghizzoni.

p.s. Chiedo scusa per l’errore di data del mio libro, il colloquio è di fine 2014 non del 2015

A dispetto delle capriole semantiche e sintattiche di Orfini, De Bortoli conferma di aver smascherato il "conflitto d'interessi" della Boschi nella vicenda Banca Etruria, senza dimenticare che l'ex ministra ha pure mentito al Parlamento quando, nel dicembre del 2015, disse che lei di banche in generale e di Etruria in particolare non si era mai interessata: «Io, come Ministro, sono sempre stata dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, non ho mai favorito i miei amici. Non c’è dunque conflitto d’interessi, non c’è dunque alcun favoritismo, non c’è alcuna corsia preferenziale.»

Ultimamente, l'interesse di Maria Elena Boschi per Banca Etruria è stato tramutato dalla diretta interessata in pressioni in merito possibilità che la stessa le abbia o meno esercitate per favorire la banca di cui il "babbo" era vicepresidente.

Ed ecco così servita la sua assoluzione: «Sulla vicenda Banca Etruria, confermo ciò che ha detto oggi Ghizzoni. Che è stato impeccabile nel raccontare i fatti. I fatti sono quelli. Io mi sono informata e interessata come avrebbe fatto chiunque altro all'economia del proprio territorio.

Ghizzoni ha espressamente smentito eventuali pressioni definendo normale il mio comportamento. Ma soprattutto ha dimostrato che a chiedere di valutare l'acquisizione di Banca Etruria non fui io, come surrettiziamente fatto credere da una calibrata campagna di stampa per mesi, ma l'advisor di Banca Etruria, prima. E il management della banca, poi. Io non ho chiesto di acquisire una banca, ho chiesto se Unicredit fosse interessata o meno. C'è una bella differenza. E la risposta che mi è stata data è stata ineccepibile e corretta.

Per me le parole di Ghizzoni sono molto preziose per la causa civile nei confronti del dottor De Bortoli. Che gode della solidarietà professionale di molti colleghi giornalisti ma per lanciare il suo libro ha raccontato il fatto in modo volutamente distorto. ... »


Ma la Boschi non sembra aver ascoltato attentamente il dibattito in Commissione. Infatti solo lei si è occupata di una banca "del proprio territorio" che andava a rotoli. A Unicredit, come in risposta ad una precisa domanda ha fatto notare lo stesso Ghizzoni, non è arrivata richiesta alcuna da parte di altri parlamentari e, soprattutto ministri. il ministro Franceschini, tanto per esser chiari, non è andato da Panetta, da Vegas e neppure da Ghizzoni per raccomandarsi che risolvessero la crisi di Cariferrara!

Come giudica la questione il Pd? Se la Boschi è da lodare per quel che ha fatto, allora Franceschini è da biasimare per quel che non ha fatto.

La Boschi, inoltre, ha detto di non aver chiesto che Banca Etruria fosse acquisita da Unicredit e non ha detto di aver fatto pressioni.

Riguardo al primo punto, per giustificarsi, la Boschi allarga da sola la fossa in cui il suo partito avrebbe già dovuto seppellirla e dimenticarla. Infatti, affermando di aver solo chiesto se Unicredit fosse interessata o meno ad acquistare Etruria, fa intendere di conoscere l'attività svolta in tal senso dall'advisor nominato da Banca Etruria, cioè Mediobanca. E perché la Boschi avrebbe dovuto sapere che cosa stesse facendo Mediobanaca in merito ad Etruria? Chi glielo ha detto? Quanto la Boschi ha scritto su facebook dovrebbe essere considerato l'inizio di un nuovo filone di inchiesta, oltre alla conferma che la sua situazione è ormai indifendibile.

E per quanto riguarda le pressioni che la Boschi non avrebbe esercitato in che cosa avrebbero dovuto consistere oltre a quello che lei ha detto e ha fatto? Doveva forse andare da Vegas con la lupara? Oppure doveva mettere la testa mozzata di un cavallo dentro il letto di Ghizzoni?


E per ultimo, tanta è stata la compattezza del Pd nell'assolvere la Boschi che lo stesso Pd vede ora coinvolto in questo che ormai è un vero e proprio scandalo istituzionale, lo stesso Matteo Renzi, implicato direttamente e - presumibilmente - indirettamente da Marco Carrai con la sua mail a Ghizzoni in cui dice di informarsi di Etruria per conto di "altri".