La regione Veneto ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Lorenzin che impone l’obbligatorietà di dieci vaccini, in seguito agli "ottimi risultati ottenuti sinora con l’organizzazione attivata dal 2007, basata sull’informazione ai genitori."

Del ricorso fa parte anche un incongruenza del testo della Lorenzin che, all’articolo 3 comma 3, recita: "… per i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso".

Ma quanto sopra riportato fionisce per essere in copntrasto con quanto espresso all’articolo 3 bis, comma 5, che descrive le misure per l’anno scolastico 2019: "Per i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la mancata presentazione della documentazione di cui al comma 3 nei termini previsti comporta la decadenza dall'iscrizione".

Così, per la regione Veneto, "il contenuto degli articoli sopracitati non rende chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili sin dall’anno scolastico 2017/2018 e per l’anno scolastico 2018/2019, per i bambini già iscritti alla frequenza dei servizi educativi per l’infanzia ed alle scuole dell’infanzia prima dell’entrata in vigore della legge."

Pertanto, "ne deriva che, in attesa di eventuali ulteriori chiarimenti ministeriali, per quanto riguarda la frequenza dei servizi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia dall’anno scolastico 2017/2018 per i bambini già iscritti si applicherà il regime transitorio fino al 2019/2020 anno che prevede, invece, la decadenza dell’iscrizione."

In pratica, la regione Veneto applica una moratoria fino al 2019, per quanto riguarda servizi e scuole dell’infanzia affidandosi ad un regime transitorio riassunto in un decreto firmato dal Direttore Generale della Sanità Domenico Mantoan.

"Per agevolare le famiglie e le scuole, per i bambini e i ragazzi da zero e sedici anni, per gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, si anticipa quanto previsto dalla legge per l’anno scolastico 2019/20, cioè l’invio alle scuole degli elenchi dei bambini con la loro situazione nei confronti della vaccinazione, privi di dati sensibili.
Per tutti i soggetti non in regola (tra zero e 16 anni) le AULSS avvieranno l’iter conseguente all’inadempimento dell’obbligo vaccinale (sanzione amministrativa-pecuniaria).

Nel frattempo, la Regione del Veneto ha già inviato le prime indicazioni operative per l’applicabilità della Legge 119/17 e ha fornito a tutte le Aziende Ulss il modello di autocertificazione da utilizzare da parte dei genitori per la presentazione agli uffici scolastici.

Le Aziende ULSS, dopo avere verificato che i bambini “non in regola” con l’obbligo vaccinale di cui alla legge 119/17 dagli elenchi già ricevuti dalle scuole, non abbiano un appuntamento già fissato, invieranno ai genitori una lettera raccomandata invitandoli ad un colloquio per ulteriori approfondimenti e per procedere alle vaccinazioni.
Il decreto ribadisce anche che sono utilizzabili i modelli di autocertificazione già trasmessi alle Aziende Ulss."


Nota. I virgolettati dell'articolo sono riferiti al testo del Comunicato stampa N° 1196 del 04/09/2017, pubblicato sull'argomento dalla regione Veneto.