Come uno scrigno la penisola milazzese racchiude in sé un opulento patrimonio storico, testimonianza di un retaggio storico dal notevole interesse: uno fra questi è il monastero di Sant’Euplio (o Sant’Opolo), i cui resti stanno ritornando alla luce grazie all’azione meritoria di Francesco Pensabene, noto artista ed atleta dal passato glorioso, il quale, dall’animo generoso e sensibile alle tematiche culturali, ha deciso insieme ad un gruppo di amici e di associazioni di restituire al suo antico splendore un sito dall’incommensurabile contenuto storiografico ed artistico.

Il monumento risale alla prima metà del secolo VI d.C., epoca in cui infuriò la guerra fra i Goti ed i Bizantini, questi ultimi, incaricati dall’imperatore Giustiniano I di riconquistare le province italiane assoggettandole all’Impero d’Oriente, organizzarono, dopo avere conquistato l’Africa settentrionale, una spedizione in Sicilia per scacciare le truppe di Teodorico, portando con sé i monaci dell’ordine religioso di San Basilio. Costoro, armati di Bibbia e spada, fondarono nell’isola moltissime comunità cenobitiche di dimensione familiare.

Tra loro si può annoverare l’eremo di Sant’Opolo, situato sulla sommità della collina a Capo Milazzo, punto strategico per il controllo dei due versanti occidentale ed orientale, vicino ad una sorgente d’acqua dalle virtuose qualità terapeutiche. A spiegare il nobile proponimento è lo stesso Francesco Pensabene:

“Sono un uomo di sport e durante le operazioni di tracciamento di piste sportive (trails) per la corsa sullo sterrato, abbiamo rinvenuto un luogo dalla notevole connotazione storico-naturalistica. L’iniziativa è partita da un gruppo di sportivi attuando una rete collaborativa, allargatasi ad amici ed associazioni ambientaliste, autentici pilastri del volontariato (Carolyn Berger, Carmelo Isgrò, Francesco Currò, presidente del sodalizio “Il promontorio” di Capo Milazzo, Grillo, della polisportiva Milazzo, Davide Foti della Mylae Gym, ecc.). Aggiungo come copyright che il sentiero è stato realizzato dal volontariato nazionale di Legambiente; tuttavia danneggiato da una frana nei primi anni 2000”.

Un quadro ecologista, escursionista, sportivo e culturale sono dunque gli ingredienti di un’attività encomiabile, di cui Francesco Pensabene ed i suoi collaboratori si sono resi artefici.