Si dice che apparirebbe nel cuore della notte a bordo di una carrozza nera manifestandosi all'improvviso mentre corre all'impazzata per Roma in direzione di Trastevere, è il fantasma di Donna Olimpia: lo spettro che corre in carrozza per le vie di Roma.

Olimpia Maidalchini nacque nel 1592 da un’umile famiglia di Viterbo da una famiglia, si sposò giovanissima, ma il suo primo marito, Paolo Nini, un ricco uomo borghese, morì presto lasciandola vedova molto giovane e molto ricca.


Ma l’essere agiata non le interessava molto, lei viveva per il potere.


Aveva circa 20 anni quando si risposò ed anche il secondo marito, Pamphilio Pamphilj, aveva 30 anni più di lei, ma cosa più importante è che era il fratello del Cardinale che qualche anno dopo sarebbe diventato Papa con il nome di Innocenzo X.


Il suo status sociale si elevò all’improvviso, andò ad abitare a Palazzo Pamphili, un grande edificio all’estremità meridionale di piazza Navona, l’attuale Ambasciata del Brasile e da lì regnava come una regina.


Olimpia fu una donna di potere in città, perché riuscì a carpire la fiducia del Papa, al punto da ottenere un’enorme influenza a Roma sia in campo economico, che politico, ma non solo, per esempio fu lei a decidere di affidare la sistemazione di Piazza Navona al Bernini.


Al popolo Donna Olimpia non piaceva affatto, nel 1600 non potevano piacere le donne di potere, soprattutto perché essendo di umili origini e nata fuori Roma, era considerata un essere diabolico.


Molte invettive le furono rivolte attraverso la famosa “statua parlante” di Pasquino, fu soprannominata Papessa, oppure Pimpa o Pimpaccia, si diceva anche che fosse l’amante segreta del Papa, ma con molta probabilità questa insinuazione era priva di fondamento, così come il fatto che fosse la tenutaria di un giro di prostitute in Vaticano..


Nel 1655 alla morte del pontefice Olimpia perse improvvisamente tutta la sua influenza e fu costretta a fuggire da Roma, ma non prima di aver riempito due casse con l’oro della Chiesa, per rendersi più lieve la latitanza.


La fuga avvenne sera del 7 gennaio 1655, mentre il cognato era in punto di morte, su di un carro, trainato da quattro cavalli e l’ultima volta che fu vista, stava attraversando Ponte Sisto.


Il Papa che successe ad Innocenzo X, Alessandro VII, la esiliò a San Martino al Cimino, un piccolo centro appena a nord di Roma e la invitò a restituire l’oro che si era portata via, ma naturalmente Olimpia si rifiutò e morì in esilio di peste due anni dopo, il 26 settembre 1657.


Dopo la sua morte il fantasma di Donna Olimpia ha continuato a perseguitare i romani, carico di rabbia e di disprezzo verso il popolo.


Si dice che il 7 gennaio di ogni anno è possibile vedere la carrozza della nobildonna con un diavolo come cocchiere e quattro cavalli che sbuffano vampate di fuoco, tra Piazza Navona, Ponte Sisto, Piazza San Pietro, Trastevere ed attraversare Ponte Sisto fino a gettarsi nel Tevere, dove l’attendono i diavoli che la porteranno all’Inferno.

È possibile, in particolari condizioni, intravedere la nobildonna che, durante la folle corsa per il centro della città, si sporge dal finestrino della carrozza ad impartire una benedizione demoniaca ai romani che osano incrociarne lo sguardo.

La leggenda vuole, infatti, che tutti coloro che avevano ricevuto la benedizione del fantasma, erano morti entro pochi mesi e presto a Roma si diffuse la credenza che l’apparizione del fantasma della Pimpaccia fosse un tetro presagio di morte.