La risurrezione di Cristo vittorioso esige la testimonianza autentica di tutti coloro che professeranno la fede in Lui. In altre parole, «affermare che “Gesù è risorto” equivale a riconoscere che Egli significa qualcosa per la vita di chi lo dice. Questo Egli comprende ormai tutti gli stadi della sua esistenza: di quella terrena, in cui fino alla morte ha mostrato che cosa significhi amare»[1], come già abbiamo visto in precedenza, «di quella gloriosa, che lo fa diventare il Signore di tutti, di quella contemporanea fino alla fine dei tempi»[2]. 

Per questo motivo, Sopoćko insiste sull’importanza di riconoscere la misericordia senza limiti e sul dovere della testimonianza personale a Cristo risorto con la propria vita, con le parole, le azioni. Perciò, in una riflessione profonda di Sopoćko, leggiamo: 

«Voi mi renderete testimonianza (Gv 15,27). Queste parole rivolte agli Apostoli riguardano anche me. Devo rendere testimonianza a Cristo risorto con la mia vita e con le azioni quotidiane, essa deve essere una testimonianza di virtù e santità, testimonianza di parola e di opere, e forse una testimonianza di sangue e martirio, e almeno una testimonianza di misericordia nei confronti dell’anima e corpo del prossimo. So che da solo non ne sono capace. Spirito Santo, aiutami! Sono consapevole del fatto che devo rendere testimonianza, ma senza il tuo soffio non ne sono capace. Crea dunque in me uno spirito nuovo! Con un raggio di gloria celeste illumina il mio viso impallidito! Donami le ali, affinché io possa raggiungere la vetta della gioia, affinché io possa portare la mia barca al largo, affinché non affondi vicino alla riva!»[3]

Secondo la riflessione del Nostro, la testimonianza Cristo risorto richiede anche l’aiuto e la forza dello Spirito Santo. Diremo che lo stesso Spirito ha risuscitato Gesù dai morti, portando al compimento l’opera di Dio misericordioso. Lo Spirito Santo permette l’accesso al Regno di Dio e l’inizio della vita gloriosa[4]. Infatti, “la vita nuova” e nello stesso tempo “gloriosa” fu il fine del progetto salvifico di Dio Padre. La passione e la morte del Figlio, invece, diventa solo il passaggio e la preparazione alla pienezza di vita. La risurrezione di Gesù è l’inizio della vita gloriosa. Il Risorto non tornerà più alla vita passata della sofferenza e del dolore. La vita gloriosa è immortale, perfetta e felice, alla quale sono chiamati tutti gli uomini[5].

Per il Nostro, la testimonianza della risurrezione di Cristo, se viene svolta costantemente libera, preserva gli uomini dalle tentazioni del maligno che, attraverso la superbia, l’invidia, la gelosia e la concupiscenza, desidera separarli per sempre da Dio. Il Risorto, che già ha salvato il mondo, liberandolo dalla morte eterna mediante la croce, vuole preservare gli uomini da ogni forma di male, e cioè anche dalle tentazioni. Infatti, Gesù Cristo esercita il potere supremo sul maligno, ottenuto attraverso il prezzo altissimo che ha “dovuto pagare”. Effettivamente, per la dolorosa passione, la morte in croce e la risurrezione, Gesù ha sconfitto per sempre l’origine del male[6]. 

La misericordia è lo “stile di vita” per ogni cristiano. Il tema della misericordia, come itinerario spirituale descritto dal Nostro, consiste nel riflettere sulla realtà e sull’azione dello Spirito Santo. Esso si basa sulla vita “nello” e “secondo lo Spirito”, sull’amare Dio, sulla fiducia incondizionata, sull’esperienza dello Spirito Santo, sulla virtù della misericordia, sulla preghiera ardente, sul rendere la testimonianza a Cristo risorto, con le parole e le opere di misericordia. La riflessione del teologo polacco sull’azione dello Spirito, sul Sacro Cuore, sui sacramenti e sulla Redenzione, diventa “una fonte” e “una miniera” per la vita spirituale. La “spiritualità della misericordia” proposta da Sopoćko è come “la vocazione alla santità”. Essa è finalizzata alla crescita, alla conversione più radicale e al cambiamento della società per trasformarla in positiva, gioiosa, capace di mantenere la speranza viva, impegnata nell’applicare con uno spirito nuovo la carità cristiana. Orbene, la misericordia chiama tutti alla riscoperta della fede in Dio pietoso, buono e lento all’ira (cf. Sal 103,8), desideroso della salvezza e della felicità degli uomini. La collaborazione con la grazia divina diventa una risposta indispensabile da parte di ogni battezzato al “dono prezioso della misericordia” - fondamento dell’esistenza umana e della vita spirituale. 

 sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek



[1] R. Penna, I ritratti originali di Gesù il Cristo - Inizi e sviluppo della cristologia neotestamentaria, vol. I, San Paolo, Roma 1996, p. 221.

[2] Ibidem.
[3] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. II, p. 231.
[4] Cf. ibidem, p. 261.
[5] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy z Czarnego Boru, p. 119: Dz., q. II, pp. 147-148.
[6] Cf. ibidem, pp. 223, 291, 300.