Giovedì, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è intervenuto al convegno annuale organizzato dal Ceps, Centre for European Policy Studies, che ha sede a Bruxelles.

Che cosa ha detto Juncker di così interessante da esser riportato da tutti i media italiani? Semplicemente di esser preoccupato per quanto accadrà nella prima settimana di marzo. Il motivo?

Non perché in Germania si conoscerà l'esito del cosiddetto referendum dell'Spd che dovrà confermare o meno il via libera alla Grande Coalizione per formare a Berlino un nuovo governo, dopo mesi dallo svolgimento delle elezioni, ma perché si terranno anche le elezioni in Italia.

«Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, quello di un governo non operativo in Italia - e se ci sarà instabilità in Italia, Germania e anche Spagna, ha aggiunto Juncker - questo potrebbe avere forti ripercussioni sui mercati, e l'Europa si sta preparando a questo scenario.»

Va da sé che i toni allarmati e allarmanti di questa dichiarazione sono oggettivamente un'influenza esterna e indebita sul voto che gli italiani dovranno esprimere nelle urne. "Badate a come votate" ha fatto intendere Juncker, "perché per voi ci saranno conseguenze".

L'unica cosa che Juncker non ha detto è per chi gli italiani dovrebbero votare, per far contento lui e i mercati. Ma per questo punto non dobbiamo disperare, ci sono ancora diversi giorni prima del voto ed è concreta la possibilità che per allora ce lo avrà fatto sapere.

Quel che è curioso, è che tutti coloro che sono sicuri e certi dell'esistenza di "influencer" esterni che si sono attivati per inquinare il voto in Italia, dopo le dichiarazioni di Juncker non abbiano avuto nulla da ridire.

Un'ultima annotazione per i meno attenti. Come già accennato prima, Cep non è acronimo per centro edilizia popolare, e le sue riunioni non sono affollate da operai, pensionati o disoccupati. Cep con l'aggiunta finale di una s è il solito think thank, stavolta di matrice europea e non americana, mantenuto e finanziato da banche centrali, istituzioni di paesi di mezzo mondo e dalle principali multinazionali esistenti nel continente.

Ovviamente, inutile sottolinearlo, i "pensatori" del Ceps lavorano in completa autonomia, esprimendo valutazioni ed indicando scenari senza badare a chi siano i suoi finanziatori... proprio allo stesso modo di Jean-Claude Juncker, che guida una Commissione che, per propria stessa ammissione, non può e non deve occuparsi delle questioni politiche dei singoli Stati membri!

Più tardi, dopo aver provocato con le sue parole scossoni nelle borse e sui titoli di Stato, Juncker si è corretto, rilasciando la seguente dichiarazione: «Le elezioni sono un'occasione di democrazia. E questo si applica anche all'Italia, un Paese a cui mi sento molto vicino.

Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto. Qualunque sarà l'esito elettorale, sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro.»