Gli ultimi aggiornamenti parlano di tre palestinesi uccisi e di circa 390 feriti negli scontri che questo venerdì hanno visto fronteggiarsi in Cisgiordania e nelle vie della città vecchia di Gerusalemme le forze israeliane con i palestinesi che protestavano in seguito all'installazione di metal detector per accedere alla Spianata delle moschee.

I primi scontri sono scoppiati poco prima della preghiera del venerdì vicino alla Porta di Damasco. E per fermare gli scontri non è servita la telefonata del consigliere del presidente palestinese Abu Mazen al proprio omologo statunitense Jared Kushner, che ha in carico di occuparsi del conflitto israelo-paletinese, perché intervenisse presso Netanyahu per far rimuovere i metal detector.

Infatti gli israeliani non sono venuti meno alla decisione presa e, pertanto, gli scontri sono continuati intorno alla Spianata. A farne le spese, per primo, è stato un ragazzo di 17 anni, Muhammad Mahmoud Sharaf, del quartiere di Silwan. Successivamente, per le ferite riportate all’ospedale al-Makassed, è deceduto un altro giovane identificato come Mohammad Abu Ghannam, residente nel quartiere di Al-Tur.

Ma gli scontri non avvengono solo a Gerusalemme nella zona che circonda la Spianata delle moschee, ma anche in Cisgiordania, tanto da registrare una terza vittima palestinese deceduta in un ospedale di Ramallah, in seguito alle ferite riportate durante gli scontri con l’esercito israeliano ad Abu Dis.

Solo nelle prossime ore sapremo se la situazione si calmerà o se quello che sta accadendo potrà definirsi come l'inizio di una nuova intifada.