Matteo Salvini proprio non ci sta. Non è possibile che uno come Di Maio possa proporsi come l'Alberto Sordi dei Vitelloni, quello del "mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un..."

Salvini dice, con una certa perfidia, che "tra noi e il Movimento 5 stelle ci sono molte idee in comune ma anche delle differenze: noi governiamo molto bene da tanti anni regioni molto importanti, invece loro, penso a Roma e Livorno, non stanno facendo una buona prova", ma aggiunge anche di "volere il dialogo e sperare che tutti vogliano governare questo Paese"... ma non è possibile farlo escludendo qualcuno.

Quel qualcuno, per Salvini corrisponde a Forza Italia e, in particolare al suo presidente Silvio Berlusconi. Un governo con Di Maio sarebbe cosa fatta, almeno per il segretario della Lega, se non ci fosse di mezzo Berlusconi con il quale, anche indirettamente, il capo politico dei 5 Stelle non si vuole alleare, né ora né mai.

Una decisione che fa indispettire Salvini che, a sua volta, pur dicendo di voler dialogare con tutti, esclude però di farlo con il Partito Democratico, responsabile di scelte passate da lui non condivise e dell'attuale situazione - non certo brillante - del Paese. In questo caso, anche se non lo dice apertamente, ad essere indispettito è Silvo Berlusconi che muore dalla voglia di fare un'alleanza con il Pd dei renziani, ma non ne ha i numeri e l'unico che potrebbe farglieli avere è la Lega... che del Pd non vuol sentir parlare.

Un muro contro muro di "veti dialoganti" disposti a parlare con tutti, ma non proprio con tutti, tutti. E a questi veti si aggiungono quelli dei renziani del Pd, fermissimi nella convinzione di rimanere all'opposizione dettata dal capo, Matteo Renzi, subito dopo aver appreso l'esito del voto.


Una posizione che, però, comincia a mostrare sempre più crepe, come dimostrato dalle dichiarazioni di ieri da parte di alcuni dirigenti, all'uscita dalla riunione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, che si è svolta al Nazareno. I non renziani come Orlando e Franceschini, appoggiati da Cuperlo (che però parlamentare non è), hanno espresso le solite parole di condanna nei confronti dei 5 Stelle, come richiesto dal cerimoniale, ma alla fine non hanno comunque escluso la possibilità che, prima di dire di no ad un qualche possibile accordo tra le due forze politiche, ci si possa anche sedere ad un tavolo.

Si può pensare che questo sia un quasi possibile mezzo passo avanti per far partire la nuova legislatura a tutti gli effetti?

Per chiudere, va ricordato che mercoledì Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono sentiti al telefono con lo scopo di rendere operativo il Parlamento in tempi rapidi, e riguardo a ciò, per giovedì, hanno concordato di votare alla presidenza della Commissione speciale della Camera il deputato della Lega Nicola Molteni.