Come si legge nel resoconto dei suoi lavori parlamentari, giovedì pomeriggio "la Camera con 309 voti favorevoli e 87 contrari ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo 3 del testo unificato delle proposte di legge: Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali, nel testo della Commissione (C. 2352-A/R e abb.). Ieri è stata votata la fiducia agli articoli 1 e 2. In corso l'esame del provvedimento."

Ovviamente si sta parlando dell'approvazione della nuova legge elettorale per le prossime politiche, il Rosatellum bis, presentata dal Parlamento e su cui il Governo ha posto la questione di fiducia... seguendo una prassi istituzionale se non scorretta, almeno logicamente insensata.

Ma per la maggioranza ed una parte delle opposizioni che si sono trovate d'accordo sulla legge e sul metodo per approvarla, queste sono tutte piccolezze. L'importante è portare a casa il risultato.

Quello che stona, però, anche agli occhi dei meno esperti e dei meno interessati alle beghe dei partiti che, specie sulle procedure elettorali sono attentissimi e non si lasciano sfuggire nulla, è il nonsenso della legge e l'arroganza con cui tale nonsenso viene invece venduto come quanto di meglio attualmente sia possibile fare.

E così viene da reggersi la pancia dal ridere per le ricostruzioni che il PD fa di questa legge anche con le parole di Roberto Giachetti che, nel caso venisse respinta, afferma che sarebbe "l’ennesima umiliazione del Parlamento che costringerebbe il Paese a votare col Consultellum, un proporzionale puro palesemente disomogeneo tra le Camere che creerebbe molti problemi."

Ma i problemi che questa legge crea, invece, il PD e i suoi nuovi compagni di viaggio - Forza Italia e Lega - non li vogliono vedere. Primo fra tutti è la mancanza di un vincolo di mandato diretto tra parlamentari ed elettori. Vincolo che non può esser certo sostituito dai 300 parlamentari (tra Camera e Senato) dell'uninominale annacquati tra liste di coalizione e rappresentazione della modalità di voto sulla scheda. Costoro rappresentano poco più di un terzo rispetto agli eletti nel proporzionale, i cui candidati graditi alle segreterie verrebbero comunque indicati per primi sulla scheda e, dato che in quel caso i nomi non possono essere scelti, avrebbero la certezza di essere eletti.

In pratica, una truffa e una presa in giro per consentire ai partiti di portare in in Aula i soliti servi sciocchi disposti a votare di tutto. Truffa ulteriormente sottolineata dagli emendamenti a corredo della legge che "ricamano" l'ennesima porcata di questa legislatura, come dimostra quello definito salva Verdini che consente di candidare all'estero anche i cittadini residenti in Italia: "gli elettori residenti in Italia possono essere candidati in una sola ripartizione della circoscrizione Estero; gli elettori residenti all'estero possono essere candidati solo nella ripartizione di residenza della circoscrizione Estero."

Ma che senso ha candidare in una circoscrizione all'estero uno che in quella circoscrizione non ha mai vissuto e non ne conosce i problemi? Come fa a rappresentarne in Parlamento interessi e problematiche? Ma l'esigenza di premiare parlamentari che in passato hanno "servito" la maggioranza e che in Italia, viste le inchieste in corso e le condanne in essere - seppur non definitive - non possono essere messi in lista per questione di decenza mentre all'estero teoricamente non dovrebbero essere conosciuti e per questo dovrebbero essere votati ed eletti, è più forte dell'etica, della logica, della coerenza e della buona politica.

Ma il Partito Democratico è ugualmente felice perché riuscirà ad ottenere la fiducia!