Martedì l'esercito israeliano ha sferrato un attacco aereo diretto contro l'aeroporto internazionale di Sanaa, capitale dello Yemen, nel secondo bombardamento in 24 ore contro le forze Houthi. L'attacco è una risposta diretta al missile lanciato domenica dal gruppo yemenita, che è atterrato a poca distanza dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
Secondo quanto riportato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), l'attacco ha "messo completamente fuori uso l'aeroporto", colpendo piste di decollo/atterraggio, aerei civili, la sala partenze e una base militare sotto il controllo Houthi. L'azione, preceduta da un avviso di evacuazione alla popolazione e accompagnata dalla diffusione di una mappa della zona, mirava a colpire infrastrutture considerate "un punto di riferimento centrale per il trasferimento di armi e agenti" da parte del movimento yemenita.
Fonti locali e testimoni hanno confermato quattro esplosioni nell'area della capitale, al momento risultano accertati 3 morti. Oltre l'aeroporto sarebbero stati colpiti il cementificio di Amran e la centrale elettrica di Haziz. Nel precedente attacco di lunedì – diretto al porto strategico di Hodeidah – sono stati almeno 4 i morti e 39 i feriti, secondo quanto riferito dal ministero della Salute controllato dagli Houthi.
Mohammed al-Bukhaiti, esponente politico del movimento Houthi, ha annunciato ritorsioni: "La nostra operazione militare a sostegno di Gaza continuerà. Non si fermerà. Aspettatevi la risposta yemenita", ha dichiarato all'emittente filo-iraniana Al-Mayadeen, aggiungendo che "l'aeroporto Ben Gurion è un obiettivo legittimo e le compagnie aeree sono avvertite di non utilizzarlo", per poi ipotizzare che la rappresaglia potrebbe coinvolgere "decine di missili balistici, droni e missili da crociera".
La situazione si inserisce nel più ampio contesto della guerra di Gaza, scoppiata dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Da allora, Israele ha risposto con una campagna militare che ha coinvolto anche attori esterni al conflitto diretto con Hamas, tra cui appunto gli Houthi, Hezbollah in Libano e milizie filo-iraniane in Siria e Iraq.
Gli Houthi hanno da mesi intensificato le loro operazioni contro Israele, dichiarando un blocco aereo totale nei confronti dello Stato ebraico, colpendo ripetutamente navi e infrastrutture civili nel Mar Rosso e in Israele. Con circa il 60% della popolazione yemenita sotto il suo controllo e anni di guerra civile alle spalle, il gruppo rimane una minaccia non trascurabile nonostante anni di bombardamenti da parte della coalizione saudita.
L'attacco missilistico di domenica contro l'aeroporto Ben Gurion ha fatto decidere a numerose compagnie aeree internazionali,anche europee e statunitensi, di sospendere i voli diretti a Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha reagito con durezza, promettendo "risposte proporzionate e decise" a ogni atto ostile.