Sabato 2 dicembre la Cgil era in piazza per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema pensioni, dopo gli infruttuosi incontri avuti nei giorni scorsi con il Governo che, a sua volta, deve chiudere la manovra di Bilancio 2018.

Quali erano gli argomenti della protesta? Cambiare il sistema previdenziale, sostenere sviluppo e occupazione, garantire futuro ai giovani. Insomma, non una cosa da nulla e difficile pretenderla nel giro di pochi giorni, soprattutto dopo che la Commissione Ue ha già detto che i conti di Padoan saranno da rifare nella prossima primavera e soprattutto dopo che tali obbiettivi non sono stati raggiunti dopo anni di trattative.

Cinque le manifestazioni organizzate dalla Cgil sotto l'ombrello dello slogan "Pensioni, i conti non tornano!" a Torino, Bari, Palermo, Cagliari e Roma, dove il corteo è partito da piazza della Repubblica per poi concentrarsi in piazza del Popolo, dove era allestito il palco da cui, alle ore 12.30, ha preso la parola il segretario della Cgil Susanna Camusso, in collegamento video con le altre città.

In rappresentanza della Cgil, a Bari ha parlato Roberto Ghiselli, a Palermo Maurizio Landini, a Torino Tania Scacchetti e a Cagliari Franco Martini. Migliaia le persone in piazza.


Questi alcuni passaggi dell'intervento di Susanna Camusso.

«Siamo in piazza perché non c’è l’attenzione che deve essere data al lavoro, perché il Governo ha disatteso gli impegni che aveva preso con noi un anno fa sulla previdenza, perché bisogna dare una svolta anche sulla qualità del lavoro, perché bisogna pensare al futuro di questo Paese, in particolare ai giovani e alle donne, a cui continuano a non venir date risposte.
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Nei prossimi giorni continueremo la nostra mobilitazione organizzando assemblee e scioperi nei luoghi di lavoro per sostenere le nostre vertenze. In Parlamento presidieremo la discussione sulla legge di bilancio e continueremo a chiedere ai gruppi parlamentari di intervenire per modificarla.»

Questi gli argomenti che la Cgil intende affrontare: «Bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, superare la disparità di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantire una maggiore libertà di scelta ai lavoratori su quando andare in pensione, ... favorire l’accesso alla previdenza integrativa e garantire un’effettiva rivalutazione delle pensioni.»

Ma il discorso ha riguardato anche gli argomenti sviluppo e occupazione, con la raccomandazione al Governo di «estendere gli ammortizzatori sociali, garantire a tutti il diritto alla salute e rinnovare i contratti pubblici.»

Concludendo, Susanna Camusso ha ricordato che «la Cgil continua a lavorare per programmare la prossima mobilitazione generale che, ve lo posso assicurare, non sarà lontana nel tempo.»

A sostegno della manifestazione della Cgil anche la sinistra che fa capo ad Articolo Uno - Mdp, come ha dichiarato l'onorevole Francesco Laforgia a nome del movimento: «Siamo in piazza oggi con la Cgil con il rispetto che si deve all’autonomia di un grande sindacato ma condividendo le ragioni di questa mobilitazione.

Il governo ha rifiutato, incomprensibilmente, di aggredire alcuni nodi del sistema previdenziale partendo dal tema dei giovani, le donne e evitando anche di fare un lavoro serio sul tema dell’agganciamento tra l’età pensionabile e l’aspettativa di vita. Sono temi che noi rilanceremo con le nostre proposte nel passaggio della legge di bilancio alla Camera.»