Per il giornale del Partito Democratico "in Senato i numeri non c’erano. Non c’erano. Non c’erano. Il Pd ha fatto e rifatto i calcoli mille volte, da settembre: i numeri non c’erano."

I numeri sono quelli che hanno impedito che proseguisse la discussione della legge sullo Ius Soli e, considerato che alla ripresa dei lavori del 9 gennaio sarà annunciato lo scioglimento delle Camere, anche il suo definitivo accantonamento, almeno per questa legislatura.

Alcuni senatori, però, non vogliono darsi per vinti. A concretizzare la loro voce è stato Luigi Manconi, Pd, che ha chiesto al presidente della Repubblica Mattarella - che ancora non si è espresso ufficialmente - di rinviare di un paio di settimane lo scioglimento delle Camere, per dar modo al Senato di votare lo Ius Soli.

Una richiesta appoggiata da altri senatori Cociancich, Pollastrini, Cuperlo... che su facebook aveva parlato della mancata approvazione di quella legge, opponendo all'illogicità di tale scelta una poesia di Wislawa Szymborska.

E sono soprattutto i numeri del Pd, ed in particolare la loro mancanza al voto del 23 dicembre, a far rimanere perplessi alcuni senatori dello stesso Pd, oltre al fatto di un dato politico che lo stesso Manconi definisce inequivocabile: quello di aver fatto credere lo Ius Soli contribuisse a far ottenere la cittadinanza italiana ai migranti irregolari, il che è semplicemente falso.

Ma anche l'opposizione si scaglia contro il Pd, riguardo allo Ius Soli. Questa la dichiarazione di Alfredo D'Attorre, Liberi e Uguali: «Se nella conferenza stampa di fine anno Gentiloni si limiterà a ripetere la tiritera che non ci sono i numeri in Parlamento, sarà la conferma che per lui, come per il gruppo dirigente del Pd, la convenienza personale ed elettorale conta di più dei principi e del rispetto degli impegni assunti.

Ammesso davvero che i numeri non ci siano, per il governo sarebbe molto più dignitoso chiudere la sua esperienza con una sconfitta su una questione di principio, piuttosto che certificare la sua ignavia con questo epilogo inglorioso.»

Infatti, se il Pd si volesse realmente schierare a favore dello Ius Soli non dovrebbe far altro che chiedere a Mattarella di prolungare quel tanto che basta la data di scioglimento delle Camere per verificare che al Senato ci siano o meno i numeri per approvarlo.

Ma facendo ciò, il Pd renziano avrebbe ancor meno possibilità di autenticarsi come partito di riferimento presso l'elettorato di centrodestra che vota Forza Italia. Finora, Mattarella ha sempre favorito il PD, traendolo dall'imbarazzo ed approvando persino leggi anticostituzionali. Possibile che adesso Mattarella si ricordi della necessità di svolgere appieno il proprio incarico, penalizzando il partito di Renzi dal raggiungere il voto a cui aspira?