Non sono mai stato vendicativo, quindi non sono capace di gioire per le sconfitte degli altri: sarebbe meschino. Il fatto, però, è che combattendo Berlusconi hanno pensato di poter combattere quei milioni di italiani ai quali ho dato rappresentanza. E’ questa Italia, che la sinistra non conosce e non capisce, che li ha sconfitti.

Con queste parole, Silvio Berlusconi introduce sul proprio account facebook un'intervista al Corriere della Sera in cui annuncia l'intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni politiche.

Candidatura che al momento è tecnicamente impensabile, a causa di una condanna penale che inibisce a Berlusconi questa possibilità. Ma l'ex premier confida in una sentenza favorevole della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, cui si è rivolto, grazie alla quale potrebbe ottenere nuovamente quei diritti che gli sono stati tolti.

Matteo Salvini, in versione social-complottista, si domanda come mai Renzi e Berlusconi siano stati intervistati, lo stesso giorno, uno da Repubblica e l'altro dal Corriere: «Non escludono accordi e intanto votano il SALVA-BANCHE. Mah... Coincidenze??? Noi andiamo avanti con coraggio e #votosubito!»

In fondo Salvini ha di che preoccuparsi perché, pur nell'affermare l'identità di centro-destra, nelle parole di Berlusconi è disegnato quello che lui e Renzi sembrano auspicarsi o, addirittura, aver programmato per la prossima legislatura: un governo supportato da una maggioranza tra PD e Forza Italia.

Rispetto al passato, Berlusconi vede nel proporzionale puro, la soluzione logica per la nuova legge elettorale che armonizzi la composizione di Camera e Senato. In pratica, un'inversione ad U rispetto alle sue precedcenti posizioni, giustificata dalla nuova situazione politica italiana, non più bipolare.

La speranza di Berlusconi è, ovviamente, quella di ottenere oltre il 50% dei consensi, ma se non fosse possibile, allora sarebbe inevitabile accordarsi con il PD per un governo di coalizione. In sostanza, quello che si può interpretare da queste parole è la volontà di creare i presupposti per un prossimo governo di unità nazionale tra PD e FI con Renzi premier che, ovviamente, favorirà tutti gli interessi aziendali di Berlusconi e che servirà a gettare le basi future per il tanto auspicato, almeno da Renzi, Partito della Nazione o, volendo usare un'altra definizione, una riedizione di destra della Democrazia Cristiana.

Uno scenario del tutto plausibile, a parte la variabile elettori. Con queste premesse è alquanto difficile che Salvini e Meloni facciano da stampella a Berlusconi e, senza di loro, potrà Forza Italia ottenere un numero di elettori minimo sufficiente a fare un'alleanza con il PD?

Inoltre, gli stessi elettori del PD, quelli che una volta pensavano di votare per un partito di sinistra, potranno ancora turarsi naso, occhi ed orecchie per compiacere i personalistici disegni politici di Renzi?

Tutte domande per cui è impossibile trovare adesso una risposta. Certo è che dopo il pronunciamento della Corte costituzionale sull'italicum, che somiglia sempre di più all'ultima crosta che contiene l'acqua di una diga che si sta per rompere, inizieranno le danze ed avremo un quadro più chiaro di ciò che ci attenderà.

L'unico fatto certo è che tutti, ma proprio tutti, saranno coalizzati contro quello che è diventato il nemico comune della partitocrazia, il Movimento Cinque Stelle, che ovviamente ringrazia per il supporto e l'enorme aiuto in termini dipropagande che in tal modo gli viene dato per diventare il partito più votato in Italia, anche se di maggioranza relativa.