Stamani, il Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi si è presentato in Parlamento per illustrare gli argomenti e la sua posizione in relazione al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016. Il Consiglio europeo definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell'UE.

Brexit, Obama, la Siria, Bratislava... come sempre, Matteo Renzi quando deve fare un intervento elenca fatti della situazione internazionale per far intendere che lui, in qulche modo possa esserne protagonista, anche se stavolta è in parte giustificato in funzione dll'appuntamento della prossima settimana.

Renzi ha poi elencato gli argomenti di discussione del prossimo Consiglio Europeo del 20 e 21 ottobre 2016.

«Questo è lo scenario nel quale si colloca il summit della settimana prossima - ha detto Renzi - e noi abbiamo ben chiaro che il dibattito sull'articolo 50, cioè sulla procedura formale attraverso la quale il Regno Unito lascerà la nostra comunità è, comunque, un dibattito che non può tener ferme le istituzioni per un altro anno dopo che abbiamo passato quello appena trascorso, prima, a trattare una piattaforma che potesse essere sufficiente e soddisfacente per il Governo inglese e, poi, a discutere degli esiti di quel voto.»

Quello indicato è stato il primo argomento trattato, l'altro, tramite molte involuzioni necessarie anche a propagandare alcune iniziative del Governo che nulla avevano a che fare con l'oggetto dell'intervento, riguardava la questione migranti: «A mio giudizio, è fondamentale che l'Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti di quei Paesi che fanno parte dell'Unione europea, che hanno ricevuto molti denari dalla comune appartenenza, che hanno ricevuto molti fondi per rilanciare i propri territori e che, in questa fase, si stanno smarcando dai propri impegni assunti formalmente di ricollocazione degli immigrati. [...]  Gli aspetti positivi vanno bilanciati anche con gli aspetti negativi o presunti tali e, se qualcuno si impegna a ricollocare fratelli e sorelle migranti che vengono da tutto il resto del mondo, è altrettanto evidente che bisogna dire che il bilancio dell'Unione europea, che partirà dal 2020, dovrà fare chiaramente riferimento a chi dice «sì» e a chi dice «no» rispetto alla ricollocazione.»

A seguire, il successivo punto trattato nel discorso di Renzi, cui si può dare il titolo TTIP anche se non è stato pronunciato, riguarda il rapporto con gli USA e la sua prossima visita in quel paese. Cosa questo abbia a che fare con il Consiglio Eruropeo lo chiarisce il seguente passaggio: «Si parla molto della grande e importante relazione con il Far East: è vero, è straordinaria e cruciale; tutti noi siamo impegnati anche se abbiamo le nostre opinioni sullo status di economia di mercato per la Cina ed anche se abbiamo le nostre opinioni sul fatto che probabilmente l'Unione europea debba scegliere una linea di politica commerciale che non sia tergiversante come quella che abbiamo visto sino ad oggi, dove tra Commissione, Consiglio e Parlamento ciascuno ha una propria opinione che non collima con quella degli altri. Ma il rapporto con gli Stati Uniti d'America è un rapporto che, a nostro giudizio, è cruciale anche sotto i profili economici. Non è un caso che, dall'agroalimentare all'industria della difesa, molte delle occasioni e delle potenzialità che sono oggi sul nostro scacchiere sono potenzialità che hanno negli Stati Uniti il punto di riferimento.»

Quindi, coloro che pensavano che il TTIP fosse morto e sepolto dopo le dichiarazioni di alcuni ministri di Francia e Germania, si dovrà ricredere.

Infine, nelle parole di Renzi ci sono stati rimandi e riferimenti alla legge di stabilità in merito, anche se non esplicitamente detto, alla sua approvazione da parte della Commissione UE, dopo che già l'organo indipendente che opera in Italia per conto dell'Europa l'ha bocciata.

«L'Italia è il Paese con la rotta di discesa del deficit più significativa e che, rispetto ad altri Paesi che vengono sempre citati come punti di riferimento della crescita, ha un deficit che è inferiore alla metà, perché capite che una cosa è fare percentuali di crescita significative con il 2,4 di deficit, altra cosa è con il 5,1 di deficit. Ogni riferimento alla Spagna è puramente voluto.»

Ecco, in questi termini, Renzi si presenterà in Europa tra circa dieci giorni.