Libera dai tedeschi, libera dal fascismo, libera dalla Monarchia, l'Italia, 73 anni fa,  il 25 aprile 1945, dopo un lungo ed estasiante periodo di lotte, rivede la luce e inizia il suo cammino verso l'era moderna.

Frantumata dalla "Grande Guerra", si erge sui pochi pilastri rimasti in piedi. Una lunga e dignitosa ricostruzione che parte dal basso, dal popolo, chiamato a decisioni  storiche e fondamentali per il cammino futuro.

Tutto ebbe inizio  il 25 aprile 1945 quando il  Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia ordinò l’insurrezione generale che si concluse con la cacciata dei tedeschi e dei fascisti dalle grandi città italiane del Nord.

Fu quello l’atto conclusivo della Resistenza e ricordarlo oggi vuol dire anzitutto sottolineare che quel giorno l’Italia ha riconquistato la libertà; lo ha fatto grazie all’impegno attivo di una esigua minoranza; lo ha fatto attraverso una lotta che rifiutava gli orpelli della “Grande guerra”, una guerriglia densa di imboscate e rastrellamenti, di fughe affannose e riusciti colpi di mano.

La Resistenza ha alla base dei suoi principi l’antifascismo, e su questo costruisce la lotta per la liberazione.

Inizialmente gli antifascisti furono costretti ad agire nel silenzio, in clandestinità. In seguito il movimento si organizzò e nacquero i Comitati di Liberazione nazionale, che aprirono il varco verso la proclamazione della Repubblica Italiana.

La coscienza nazionale si risvegliò e si formò un fronte comune contro gli invasori: anche i titoli dei giornali del periodo inneggiarono alla libertà e alla partecipazione del popolo italiano alla creazione di una nuova forma di Stato.

La Resistenza viene a giusta ragione considerata il fulcro della Repubblica Italiana, il punto di partenza di un nuovo inizio.