Venerdì, si è tenuto un incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della Fmsi Maurizio Casasco e il rappresentante dei medici della Serie A, Gianni Nanni, definito in una nota "di fattiva collaborazione". 

L'incontro è servito per analizzare i punti del protocollo per la ripresa dell'attività delle squadre di calcio "difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive". 

Da notare che solo un paio di giorni fa la Figc aveva dato il proprio assenso al protocollo nel suo insieme.

"Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali - scrive la Lega in una nota - formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS".

La posizione dei calciatori sul tema è riassunta dal presidente dell'AIC in una intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno in cui Damiano Tommasi sottolinea alcune delle maggiori criticità contenute nel protocollo:

"Ad oggi non abbiamo contezza di quali sono le modifiche definitive. Il precedente protocollo era molto rigido e senz'altro complicato, soprattutto in assenza di strutture adeguate. Ad oggi non possiamo permetterci fughe in avanti e azzardare atteggiamenti rischiosi che potrebbero diventare boomerang nel caso di positività. Non ha senso oggi rischiare di ripartire se la previsione di quarantena obbligatoria rimane quella attuale. Comunque un altro aspetto che è poco considerato è la preoccupazione per chi risulti positivo. Quali possono essere le conseguenze sul singolo? Cosa rischia veramente? Inquadrare bene i rischi aiuterebbe anche a prendere decisioni.Le perplessità sono inevitabili in un momento tanto complicato. A noi preme che le condizioni di sicurezza siano garantite a tutti. Sarà importante avere sotto controllo la sicurezza sanitaria di tutti quelli che dovranno mettersi in gioco per la ripresa. In questo i medici avranno un ruolo importante e a noi non resta che affidarci alla loro professionalità e competenza. Sulla blindatura dei ritiri va certamente fatta un'analisi attenta e realistica. L'attuale situazione cambia e cambierà inevitabilmente la modalità di fare sport. Non sappiamo ancora con quali rischi e quale incidenza sulle abitudini ma senz'altro finché ci saranno le condizioni di sicurezza nel fare uno sport di contatto dovremo pensare ad una nuova modalità”.

Tra i dietrofront degli ultimi giorni, relativi al tema protocollo, il più sorprendente è quello del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che a Rete4 a proposito anche della ripartenza del calcio, ha dichiarato: "Gli allenamenti delle squadre di calcio, così come gli sporti di squadra, dovevano riprendere lunedì prossimo. Ma la Lega Calcio ha difficoltà nel mettere in atto il protocollo sanitario che era stato proposto un mese fa proprio da FIGC e Lega. Se la FIGC ritiene che non sia possibile isolare tutta la squadra allora si continui ad agire come adesso.Dunque i giocatori possono benissimo tornare a casa la sera. Purché rispettino le regole minime di sicurezza. Da parte nostra c’è massima disponibilità affinché si riesca a far partire gli allenamenti. Anche sulla questione della quarantena, possiamo rivedere le regole. Non vedo perché il campionato non debba ripartire il 13 giugno".