Grande successo per lo straordinario evento di Formazione e Spettacolo dell’INPEF che inaugura già il prossimo Anno Accademico del Dipartimento di Studi Forensi

Quando Scienza, Formazione, Arte, Musica, Letteratura e Teatro si incontrano, nasce “Giallo Rosso e Noir”.

L’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare e l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari hanno dato vita, lo scorso 23 giugno, ad un evento straordinario: un workshop di grosso impatto e notevole successo, che ha visto un’adesione entusiastica da parte di tantissimi interessati, ma soprattutto la presenza stimolante e generosa di relatori di nome, esperienza e livello.

In una cornice brillante, informale ma allo stesso tempo di rigore e professionalità, si sono succeduti gli interventi di personalità di spicco, esperti del settore e di quegli “addetti ai lavori” che ogni giorno agiscono in posizioni di responsabilità e sul campo per ricostruire l’evento criminale in tutte le sue sfaccettature: la scena del crimine, il profilo del criminale, gli aspetti più propriamente investigativi dello stesso.

Proprio dall’incontro e dalla complementarità di tali aspetti, dunque, originano gli innumerevoli Corsi e Master afferenti al Dipartimento di Studi Forensi dell’INPEF, di natura non solo teorica ma, anzi, prevalentemente tecnico-pratica, che durante tale workshop si è voluto introdurre e presentare.

I docenti, infatti, saranno quegli stessi relatori che nel pomeriggio di “Giallo Rosso e Noir” hanno gettato semi di interesse circa le proprie materie di competenza.

Ad accogliere gli ospiti, gli inserti musicali “a tema criminologico” del duo composto da Valeria Biotti (Giornalista, cantante e conduttrice radiofonica) e Fabrizio Sartini (musicista, cantante) ed il sentito discorso di benvenuto del Presidente Vincenza Palmieri,  che ha dichiarato: “Nasciamo tutti per essere felici. E appena nati, nell’abbraccio di qualcuno, ci siamo sentiti sicuri e protetti. Ecco, sarebbe bello oggi parlare di questo; ma l’esperienza di vita ci ha portati ad occuparci di altro, ci ha portati a parlare di fatti che esulano da questa sicurezza, ci ha portati a combattere per gli altri e per la Giustizia. Oggi siamo qui perché ognuno di noi, seduto a questo tavolo, mette la propria anima, nel proprio ambito, per affermare quella Giustizia. Ognuno di noi, qui, è formatore, infatti, perché è prima di tutto, ogni giorno, un operatore”.


La Professoressa Stefania Petrera ha coordinato gli interventi dei vari relatori, introducendoli con una cornice dedicata all’offerta formativa del Dipartimento di Studi Forensi dell’INPEF, “il cui target ci inorgoglisce profondamente, perché il livello così alto dei partecipanti ci permette di poter puntare altrettanto in alto dal punto di vista dei contenuti”.

Il clima è stato poi “riscaldato” dal reading teatrale dell’attore Andrea Bullano, che ha interpretato un brano tratto da “I passanti” di Laurent Mauvignier, portatore di un interessante punto di vista sul tema del femminicidio: quello dell’omicida, che ripercorre motivazioni, pensieri ed emozioni connesse al crimine compiuto.

Tematica che ha ripreso, dal punto di vista della Psicologia Forense, anche la Prof.sa Francesca De Rinaldis(Psicologa Giuridica, Criminologa), nel suo intervento dedicato ai “Profili comportamentali di autori e vittime di reato”, in cui ha anche dichiarato che “E’ importante studiare con scientificità il comportamento criminale per individuare strategie e politiche a livello sia preventivo che di contrasto. Importante l’aspetto della creatività: ogni reato racconta la persona che lo ha posto in atto e che si è espressa creativamente attraverso tale atto. Oggi, poi, si è scoperta l’importanza dello studio della vittima e delle modalità relazionali mediante le quali vittima e autore del crimine si sono scelti, verificando l’atto criminale”.

All’importanza della repertazione e della salvaguardia della scena del crimine da possibili contaminazioni, sono stati dedicati diversi interventi, ognuno da uno specifico punto di vista.

In particolare il tema è stato oggetto della relazione del Gen. Luciano Garofano – noto soprattutto come ex Comandante dei RIS di Parma, ora Presidente Accademia Italiana Scienze Forensi (ACISF) – dal titolo “I primi interventi di soccorso e di indagine sulla scena del crimine”, in cui ha anche portato immagini ed esperienze dirette relative a famosi casi del passato, sottolineando le molteplici possibilità che le nuove tecnologie hanno portato nell’ambito dell’investigazione e a supporto della soluzione dei casi. L’intervento del Generale è stato molto apprezzato dal pubblico, sia per i temi trattati – tra cui anche l’influenza delle numerose serie TV a tema nella percezione del crimine, la pluralità delle tracce analizzabili (fisiche, psicologiche, informatiche, telefoniche, video…) ed i vantaggi di un approccio multidisciplinare – sia per i numerosi contributi fotografici di cui è stato corredato, sia per la sua capacità di trasmettere con un linguaggio semplice e diretto l’essenza di un’esperienza decennale sul campo.

Il dott. Fabio Fagiolari (Medico Legale, Internista, Docente di Medicina Legale c/o Sapienza Università di Roma) ha invece trattato il tema dal punto di vista medico e delle possibili contaminazioni da parte degli agenti di primo soccorso, parlando de “La validità scientifica e le modalità di redazione della perizia medico-legale”: “dobbiamo conoscere le modalità più serie e rigorose nella raccolta dei dati oggettivi, per poter raccontare al Giudice cosa sia accaduto e – parafrasando Conan Doyle – dipanare il filo scarlatto dell’attività delittuosa”.

Infine anche la Prof.sa Marina Baldi (Genetista e Biologa Forense) ha fatto un accenno alla tematica delle contaminazioni ed alterazioni della scena del crimine, trattando il tema “La definizione e l’applicabilità alla pratica investigativa degli studi in materia di genetica forense”, ribadendo la necessità di un approccio di squadra ed il più possibile scevro da pregiudizi, nella ricostruzione degli eventi delittuosi: “non dobbiamo mai perdere il senso di quello che facciamo. Il rischio dietro l’angolo è sempre quello di adattare la realtà per giustificare idee preconcette. Il nostro compito è quello di identificare le persone senza vederle. Ma ciò che facciamo noi – cioè ricostruire il codice genetico e quindi il profilo di una persona – da solo non basta: lavorare in gruppo ci preserva da questo rischio”.

Il prof. Martino Farneti (Membro Forensic Science Society, Balistica Forense) – che ha anche offerto ai partecipanti una piccola dimostrazione pratica, allestendo in sala la ricostruzione di una scena del crimine – nel suo intervento dal titolo “L’apporto scientifico della balistica forense nella ricostruzione di eventi delittuosi”, ha invece sottolineato il valore dell’esperienza pratica nell’ambito degli Studi Forensi, come elemento indispensabile per comprendere a fondo le dinamiche psicologiche così come quelle fisiche e balistiche che caratterizzano i crimini, evidenziando non solo il lavoro a posteriori ma anche quelle che possono essere le condizioni che possono “attivare” una minaccia e un atto criminale.

La rielaborazione dei reati attraverso gli interventi di mediazione penale minorile” è stato il titolo che l’Avv. Francesco Miraglia (Avvocato Penalista, Mediatore, Criminologo) ha dato al suo intervento, in cui ha sottolineato il valore socio pedagogico di questa disciplina, che pone significativamente sullo stesso piano la vittima e il responsabile dell’atto, avvalorando la necessità di un approccio multidisciplinare che assicuri anche interventi educativi e riabilitativi.

La Prof.ssa Paola Gnasso (Grafologa forense) ha parlato de “Il ruolo della grafologia forense a supporto delle indagini” sottolineando la necessità di agire sempre con umiltà “affrontando ogni caso come se fosse il primo” e mostrando anche diversi esempi pratici di come si possa verificare l’autenticità dei documenti autografi e smascherare tentativi di falsificazione delle firme.

Infine, il Maresciallo Giuseppe Quaresima (A. s. UPS)  ha portato la sua esperienza nella Sezione Territoriale dei Carabinieri, trattando il tema “L’attività investigativa tra ricerca delle prove e tutela della privacy”.

A chiudere l’evento, i ringraziamenti della Prof.ssa Palmieri ed i saluti della Prof.ssa  Petrera, rivolti in particolare a tutti coloro i quali sono intervenuti ed hanno partecipato a tale fortunato evento rendendolo un momento formativo in sé ma che segna anche l’abbrivio e l’impulso a procedere lungo un filone di interesse completo e ricco di prospettive anche in ambito .

 

Ufficio Stampa INPEF