L'8 ottobre, il ministro dell'Economia Patuanelli informava dell'esito dell'incontro avuto con i tre commissari Alitalia, con cui aveva esaminato la situazione complessiva della compagnia, "convenendo sul fatto che ci sono le condizioni affinché entro il 15 di ottobre possa giungere una proposta vincolante da parte del consorzio acquirente".

Non solo, non dimenticando le sue origini grilline, Patuanelli non poteva mancare di condire con del sano complottismo gli ultimi sviluppi della vicenda relativa all'ennesima acquisizione di Alitalia.

"Il fatto che ancora non si arrivi ad una conclusione della trattativa e che si ricorra a retroscena a mezzo stampa da parte di alcuni partecipanti al consorzio, ci induce a pensare che ci siano altre motivazioni che sottendono le decisioni dirimenti.

Motivazioni che non sono ascrivibili ai dossier trattati presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Quella su Alitalia è stata infatti sin dal principio un’operazione di mercato per rilanciare la compagnia e nulla hanno a che fare con essa altre rivendicazioni. È bene ricordare anche che il compito del Ministero è quello di vigilare sull’operato della struttura commissariale, non quello di indirizzare le trattative".

Probabilmente, Patuanelli si riferisce ad Atlantia e alla possibilità che i dubbi sollevati dalla società dei Benetton - che fa parte del gruppo dei neo acquirenti - sul piano industriale siano da considerarsi piuttosto un'arma di ricatto per trattare con il Governo sulla procedura di revoca per Autostrade.

Al di là di quali siano le motivazioni di Atlantia, le perplessità sul piano industriale della nuova Alitalia e sul ruolo di Delta non sono però infondati. Da tempo, infatti, gli stessi sindacati avevano espresso dubbi al riguardo, ipotizzando che la compagnia americana volesse destinare alla nuova azienda un ruolo da comprimaria per eliminare, in tal modo, un possibile concorrente dal ricco mercato delle tratte internazionali.

Per Patuanelli, la scadenza della trattativa è inderogabile, ma come sia possibile che la data del 15 ottobre venga rispettata, è per molti un mistero.

Infatti, alcuni giorni fa la tedesca Lufthansa ha ipotizzato un proprio impegno in Alitalia, anche se le condizioni non sono del tutto chiare.

L'interesse per Alitalia non è per nulla assurdo visto che il mercato del traffico aereo in Italia è uno dei più ricchi in Europa, con previsioni di crescita importanti, che indicano in 255 milioni il numero di passeggeri al 2030, rispetto ai 180 milioni odierni.

Ma è possibile che in due giorni, escludendo sabato e domenica, possa essere definita una compagine azionaria certa, un piano industriale credibile che metta d'accordo anche i sindacati in merito alle garanzie occupazionali?

Dovendo scommettere, la risposta più logica dovrebbe essere il no. Da vedere se ci sarà una sorpresa.