Questo venerdì, i palestinesi hanno ripreso a manifestare lungo il confine che divide la Striscia di Gaza da Israele, per chiedere il ritorno dei rifugiati nella loro terra d'origine, dalla quale furono cacciati nel 1948.

Secondo quanto riportato dalla Wafa, sono almeno nove i palestinesi rimasti feriti, tra cui un giornalista, a seguito del fuoco aperto dalle forze israeliane contro centinaia di manifestanti che si sono radunati in molte località del confine orientale della Striscia.

Il quotidiano israeliano Haaretz ha successivamente aumentato il loro numero portandolo a 40, insieme ad una dichiarazione del ministro della Salute dell'ANP che ha affermato che cinque di loro sono in gravi condizioni per ferite alla testa. Un bilancio, quasi certamente, destinato a crescere a fine giornata.

Nelle manifestazioni della scorsa settimana, furono 16 i palestinesi uccisi e oltre 1400 quelli feriti.

Da segnalare, nel frattempo, la dichiarazione della portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Liz Throssell, che ha detto che vi sono indicazioni importanti che le forze israeliane abbiano fatto un uso eccessivo della forza lo scorso venerdì, provocando l'uccisione di 16 palestinesi ed il ferimento di più di mille, dicendosi seriamente preoccupata che possano verificarsi ulteriori violenze, sia durante le manifestazioni di oggi che nelle prossime settimane.

«Dato il gran numero di feriti e di morti, le minacciose dichiarazioni rilasciate dalle autorità israeliane nei giorni precedenti alla protesta, così come le indicazioni che le persone uccise o ferite fossero disarmate o comunque non rappresentassero alcuna seria minaccia per le forze di sicurezza ben equipaggiate e protette - in alcuni casi stavano addirittura scappando dalla recinzione - ci sono forti segnali che l'esercito israeliano abbia fatto un uso eccessivo della forza.»

Throssel ha ricordato ad Israele i suoi obblighi di assicurare che contro i manifestanti non sia impiegato un uso eccessivo della forza «e che nel contesto di un'occupazione militare, come nel caso di Gaza, il ricorso ingiustificato e illegale alle armi da fuoco da parte delle forze dell'ordine che abbia come conseguenza la morte, potrebbe essere classificato come omicidio volontario, una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.

Facciamo nostro l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite - ha concluso Throssel - per un'indagine indipendente e chiara su questi incidenti, in modo che chi ne sia coinvolto sia messo di fronte alle proprie responsabilità.»

Aggiornamenti nel corso della giornata

Nel corso delle manifestazioni, non violente secondo fonti palestinesi, le forze israeliane hanno di nuovo aperto il fuoco provocando nuovi morti e feriti. Le vittime, a quanto riportato nel pomeriggio, finora sono tre.

Majdi Ramadan Shabat, 38 anni,  è stato ucciso a  est di Gaza City. Osama Khamis Qdeih, 37 anni,  è stato ucciso a est di Khan Younes, nel sud della Striscia di Gaza. Successivamente, è arrivata la notizia dell'uccisione di un minorenne, di cui ancora non è stata resa nota l'identità. Inoltre, sono più di 250 i manifestanti feriti, alcuni dal fuoco dell'esercito israeliano, altri soffocati dall'inalazione di gas lacrimogeni.


Nell'ultimo aggiornamento pubblicato intorno alle 20 dall'agenzia Wafa, il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane durante le proteste non violente al confine tra Gaza e Israele di questo venerdì è salito a sette.

Altri quattro palestinesi sono stati uccissi a est di Rafah, a sud della Striscia di Gaza e ad est del campo profughi di al-Bureij, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Il numero dei feriti è salito a 1000, tra cui 19 in modo serio. Tra i feriti risultano anche 40 bambini.

Sale così a 23 il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane dallo scorso venerdì al confine con la Striscia di Gaza.


In serata, sono stati segnalati incidenti anche ad est di Gerusalemme, con almeno 21 palestinesi rimasti feriti, uno dei quali a colpi di arma da fuoco. Gli scontri, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese, sono avvenuti nella città di Abu Dis.

Nel resoconto, oltre al palestinese ferito da colpi di arma da fuoco, altri cinque sono stati colpiti da proiettili "rivestiti" di gomma, altri tre hanno subito ustioni e altri 12 presentavano sintomi di soffocamento a seguito dell'inalazione di gas lacrimogeni.