"C’è un chiacchiericcio quotidiano, un bla bla costante e continuo che spesso affiora sulle pagine dei giornali, soprattutto nei titoli, che ci descrive come un governo attendista, incapace di prendere decisioni risolute. La realtà dei fatti dice il contrario.Questo Governo ha assunto decisioni mai prese nella storia repubblicana. Questo Governo si è assunto la responsabilità anche di apparire a tratti e di essere descritto ingiustamente come illiberale. Fa ridere che questo Governo sia definito in questi termini.Noi abbiamo preso decisioni ferme e risolute e siamo pronti a prenderle nell’interesse del Paese anche in futuro. Noi siamo quelli dei protocolli di sicurezza più solidi e intransigenti. Siamo quelli della semplificazione, come vedrete, più coraggiosa che sia stata fatta nel nostro paese. Noi siamo quelli del piano di rilancio più ambizioso che sia stato illustrato".


"Siamo il governo dei fatti, non degli annunci", con queste parole Conte forse cerca di sdrammatizzare tutti i problemi che questo Governo sembra possedere. Parla di "chiacchiericcio", eppure sembra che sia lo stesso Movimento Cinque Stelle a render ballerina la sua poltrona. 

"Nulla di più lontano dalla realtà", scandisce il premier, di fronte ai tre principali sindacati del Paese, che la settimana prossima potrebbero essere convocati a Palazzo Chigi per la definizione di due misure con cui il premier vuole spazzar via il vento della crisi: la riforma del fisco e il decreto luglio.  

Sulla riforma del fisco come sul decreto luglio i sindacati saranno coinvolti. Così, la settimana prossima  si aprirà con il ministro dell'Economia, Gualtieri, il tavolo per la riforma fiscale. 

"Sarà una riforma organica. Progressività, semplificazione, riduzione del carico fiscale per le famiglie" saranno le tre direttive, spiega  Gualtieri a supporto delle parole di Conte per confermare ulteriormente che "questo è il governo dei fatti", i cui risultati però gli italiani stanno ancora attendendo.

"Ci descrivono come attendisti, come incapaci di prendere decisioni. E' vero il contrario. Questo è il governo che ha assunto decisioni mai prese nella storia repubblicana. Noi siamo quelli dei protocolli di sicurezza, del patto di rilancio più ambizioso, della semplificazione più coraggiosa".

Bisogna comunque tenere a mente che in questa legislatura è accaduto di tutto, dal crollo del ponte di Genova fino alla pandemia che ha finito per accorciare la vita di molti, ma ha allungato sia la vita del Governo che quella di alcuni consigli Regionali. 

Il centrodestra è sceso di nuovo in piazza per protestare contro l'inefficienza del governo giallorosso, promuovendo una iniziativa senza vessilli di partito e in osservanza del distanziamento sociale, con circa 4mila sedie distanziate tra loro e per metà rimaste vuote!

Per quanto riguarda la maggioranza,  voci provenienti dal Transatlantico raccontano che i malumori sono numerosi e reali. Ai deputati del Movimento Cinque Stelle,  non sarebbe piaciuta la dichiarazione di Conte sulle alleanze alle Regionali e una possibile apertura a Silvio Berlusconi per quanto riguarda il Mes a supporto delle spese pr la Sanità. 

Il presidente del Consiglio, però, sa perfettamente che sul Mes il Movimento si spaccherebbe, ma forse lui è più interessato a mantenere il suo incarico.

Una spaccatura che, in ogni caso, non sarebbe così eclatante. Si parla di 20 ribelli alla Camera e 10 al Senato. Ma sono questi ultimi quelli veramente determinanti. Ecco, dunque, come nasce l’apertura a Berlusconi. “Se il Movimento si divide, devo imbarcare Forza Italia”, è probabilmente il ragionamento del premier che, però, sembra aver fatto male i suoi calcoli.

Infatti, i forzisti al massimo voterebbero il Mes, ma potrebbero entrare in maggioranza mettendo a rischio l'unità del centrodestra di cui, da tempo, sono solo una forza al traino?

In ogni caso, per Conte, chiacchiericci a parte, il futuro si prospetta sempre più agitato.