Mentre l'opinione pubblica è in allarme per il Ttip, a Bruxelles si sono conclusi i lavori sul CETA. Ma che cos'è il CETA? È un trattato sulla base del quale verranno regolati tutti gli scambi commerciali ed economici tra Unione Europea e Canada.

Con il CETA i dazi doganali saranno eliminati, non ci saranno limitazioni nell’accesso agli appalti pubblici, come anche nel mercato dei servizi, gli investitori potranno operare in condizioni paritarie o almeno prevedibili e ci sarà maggiore protezione per i prodotti tradizionali, aspetto che dovrebbe proteggere molti produttori europei.

Nello specifico, questi sono i settori in cui il CETA interverrà nel regolare i rapporti tra UE e Canada:

Abolire i dazi doganali.
Permettere alle imprese dell’UE di partecipare agli appalti pubblici in Canada.
Rafforzare la cooperazione in campo normativo.
Proteggere le innovazioni e i prodotti agricoli con un'origine geografica specifica.
Semplificare gli scambi di servizi.
Promuovere e proteggere gli investimenti.
Garantire una buona cooperazione in futuro.
Salvaguardare la democrazia e le norme di protezione dei consumatori e dell’ambiente.

A leggere in dettaglio le specifiche dei vari punti, il quadro disegnato dalla Commissione Europea è una specie di panacea per tutti i mali, in special modo per i paesi europei. Ma sarà proprio così?

In teoria "l'accordo CETA non inciderà sulle normative dell'UE in campo alimentare e ambientale. I prodotti canadesi possono essere importati e venduti nell’UE solo se rispettano pienamente la pertinente normativa europea, senza alcuna deroga. Ad esempio, il CETA non incide sulle restrizioni dell’UE in materia di carni bovine contenenti ormoni della crescita o OGM, né introduce restrizioni specifiche sulla futura adozione di norme. Sia l'UE che il Canada manterranno il diritto di regolamentare liberamente in settori di interesse pubblico quali l’ambiente, la salute e la sicurezza.

Con il CETA, l’UE e il Canada hanno inoltre ribadito il loro fermo impegno a rispettare i principi e gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile. Il capitolo su commercio e sviluppo sostenibile introduce meccanismi efficaci per coinvolgere i rappresentanti della società civile dell’UE e del Canada nell’attuazione e nel monitoraggio dell’accordo e prevede un apposito meccanismo di arbitrato, con consultazioni governative e un gruppo di esperti".

Proprio quest'ultimo punto fa pensare che la costruzione messa in atto tra Commissione Europea e Canada nasconda la possibilità di un cavallo di Troia all'interno dell'accordo. Alla fine della discussione si è raggiunta un'intesa su quello che prima era stato denominato ISDS e adesso si chiamerà ICS (Investment Court System), cioè un sistema di arbitrato a difesa degli investimenti che eviterà, ma è più preciso dire impedirà, il ricorso alle tradizionali vie giudiziarie. Rispetto alla prima stesura, il nuovo ICS è stato dotato di elementi tali da rendere la procedura più trasparente e più difficile per le aziende la possibilità di presentare un caso.

Quindi c'è da stare tranquilli? Non tanto, perché il principio in base al quale un'azienda (pensiamo ad una multinazionale) possa citare in giudizio il Governo di un paese se i propri investimenti o i propri profitti siano minacciati dall'introduzione di una nuova legge rimane. E chi dovrà decidere sarà un tribunale che non è vincolato dai sistemi giuridici e costituzionali degli stati partecipanti al CETA. In pratica, lo stesso problema che esiste con il Ttip e che ha scandalizzato gran parte dell'opinione pubblica europea.

Ci sono poi altri aspetti non meno problematici che riguardano aspetti relativi alla cooperazione legislativa, l'obbligo di informazione preventiva su nuove leggi, la possibilità per le società statunitensi di poter entrare a far parte dell'accordo, l'incremento delle quote di importazione per l'UE di prodotti agricoli canadesi.

E proprio il Canada, con il  NAFTA, ha già sperimentato che cosa possa significare un accordo di libero scambio  nella realtà, al di là delle premesse iniziali. Rispetto alle attese, il NAFTA non ha incrementato i livelli occupazionali canadesi, favorendo altresì la delocalizzazione verso il Messico dove il costo del lavoro è più conveniente. Inoltre, il ricorso all'arbitrato e la possibilità di intervenire sull'attività legislativa del Governo è stato ed è reale, non certo un puro esercizio di scuola.

Insomma, questo genere di trattati, al di là delle intenzioni che vengono pubblicizzate, favoriscono le grandi aziende multinazionali, diminuendo le tutele dei consumatori e delle piccole aziende, in genere destinate a scomparire nel giro di pochi anni. Considerando che il sistema produttivo italiano è composto per il 90% da piccole e piccolissime aziende, siamo convinti che il CETA tra poco e il Ttip tra non molto potranno giovare al nostro paese?

Per quanto riguarda il CETA, il testo dell'accordo sarà tradotto in tutte le lingue dell'UE e, successivamente, sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo tra la fine dell'anno corrente e l'inizio del 2017.