Come dimostrano le immagini satellitari le fiamme hanno distrutto campi, frutteti e uliveti in fiamme nella regione di Idlib in Siria, dove l'esercito sostenuto dalla Russia ha attaccato i ribelli in quella che oramai può essere considerata la loro ultima roccaforte.

Entrambe le parti in guerra si sono accusate a vicenda della responsabilità degli incendi - oltretutto nel periodo del raccolto - che hanno avuto come scopo principale quello di ridurre le forniture di cibo nella zona, forniture di cui però fa uso in gran parte anche la popolazione civile, ostaggio dei combattimenti.

Il numero degli sfollati nella regione, da inizio maggio, sarebbe salito ad almeno 300mila secondo il portavoce del "World Food Programme" (o PAM, Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite) delle Nazioni Unite.

Ma una nota di Save the Children ci informa che le atrocità a Idlib non si fermano a questo.

Infatti, a salire è anche il numero dei bambini uccisi negli ultimi due mesi a causa dell'escalation di violenze, tanto che avrebbe raggiunto le 61 unità, con le famiglie in fuga che non riescono neppure a dar loro sepoltura.

Secondo Hurra Network, partner di Save the Children che opera in Siria, di quei bambini, 11 sono stati uccisi mentre si trovavano a scuola, 25 mentre erano nelle rispettive case, 10 al mercato, 2 in un campo profughi, 1 ha perso la vita quando un bombardamento ha colpito l'ospedale in cui era ricoverato, mentre un altro è morto in seguito al contatto con un'arma inesplosa (non visibile).

Secondo le Nazioni Unite, nell'ultimo periodo a Idlib vi sono state tra le 160 e le 300 vittime tra i civili.

«Le famiglie sono distrutte – ha dichiarato Sonia Khush, direttrice di Save the Children per la Siria -. Un papà ci ha raccontato di essersi sentito "fortunato" perché è riuscito a trovare due tombe aperte per seppellire le sue figlie, prima che fosse costretto a fuggire con il resto della famiglia.

Ciò che stanno subendo è sconvolgente.

Non soltanto hanno dovuto affrontare la devastante perdita di un figlio, ma non hanno nemmeno il tempo per organizzare un funerale adeguato, perché devono pensare a fuggire e a mettere in salvo gli altri figli».