È il 26 marzo 2015 la data a cui si fa risalire l'inizio della guerra in Yemen. Da allora sono stati più di 19mila i raid aerei contro scuole, ospedali, infrastrutture, 1,5 milioni i bambini costretti a fuggire ed ogni giorno almeno 1 bambino rimane ucciso oppure ferito a causa dei bombardamenti efefttuati dall coalizione guidata dall'Arabia saudita. Bombe che, tra l'altro, gli sono state fornite anche dai Paesi europei, tra cui l'Italia.

Riassunti in media, quei bombardamenti hanno avuto una cadenza di 13 al giorno, più di uno ogni 2 ore. Questi pochi dati che ci riassume Save the Children, ci ricordano la violenza di una guerra e quanto violenta sia stata la guerra in Yemen, dove ogni mese le bombe della coalizione saudita uccidono o feriscono gravemente 37 minori, dove 10 milioni di minori non hanno accesso a cure mediche adeguate, dove tantissimi rischiano di morire di fame e dove 1 ragazza su 3 e 1 ragazzo su 4 non hanno la possibilità di andare a scuola.

Dall'inizio dell’escalation del conflitto, secondo i dati diffusi oggi da Save the Children, "sono stati quasi 6.500 i minori uccisi o feriti dai bombardamenti, ma i numeri potrebbero essere anche più elevati visto che non sempre le cifre delle vittime tra i civili vengono diffuse pubblicamente.

Solo negli ultimi 12 mesi, il 46% del totale dei minori yemeniti che hanno perso la vita o sono rimasti gravemente feriti sono stati colpiti proprio dai bombardamenti lanciati per via aerea.

Bombe straniere che nell'ultimo anno di conflitto hanno provocato la morte di almeno 226 bambini e il ferimento di quasi 220. In particolare, 210 bambini sono stati colpiti mentre si trovavano a casa o nei pressi della loro abitazione, mentre 150 si trovavano in auto, a volte mentre fuggivano nel tentativo di raggiungere un luogo sicuro.

Bambine e bambini vittime dei bombardamenti condotti con gli armamenti prodotti all'estero e venduti dai governi stranieri alla Coalizione a guida saudita. Tra questi, anche bombe prodotte in Italia dalla fabbrica RWM nello stabilimento di Domusnovas, in Sardegna, e la cui esportazione verso Paesi che violano i diritti umani è vietata dalla legge italiana sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (L. 185/1990)."

"I raid aerei - riporta una nota di Save the Children - vengono spesso condotti su aree altamente popolate facendo così molte vittime tra i bambini.

Come avvenuto solo pochi giorni fa, il 10 marzo scorso, quando un bombardamento ha colpito cinque abitazioni provocando la morte di almeno 10 bambini, oppure nell'agosto scorso quando le bombe sono cadute su uno scuolabus uccidendo 40 bambini".

Questo è quanto ha dichiarato al riguardo da Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen, in questi giorni a Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana sul conflitto in corso:

«L'uso di armi esplosive in aree densamente popolate è una tattica crudele utilizzata da chi vuole uccidere e distruggere indiscriminatamente. Tanti, troppi bambini continuano a morire mentre sono rintanati in casa per cercare di proteggersi dai bombardamenti o mentre cercano di fuggire dal pericolo. Non si può neanche lontanamente immaginare il terrore che possono provare quando una bomba cade sulla loro casa né la gravità delle ferite fisiche e mentali che tutto questo lascia in maniera indelebile su di loro.Quello che sta accadendo in Yemen dovrebbe scioccare il mondo e deve finire immediatamente. Per questo chiediamo che nessun governo al mondo consenta l’esportazione di bombe e armi a quelle parti in conflitto che colpiscono indiscriminatamente i bambini perché nessun bambino dovrebbe subire le crudeltà indicibili che ogni giorno si perpetrano in Yemen.»


Save the Children ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo a quanto accade in Yemen organizzando a Roma un evento nella Galleria Alberto Sordi, animato dalle note del maestro Giovanni Allevi, ambasciatore di Save the Children, e dal monologo dell’attrice Anna Foglietta, presidente dell’Associazione Every Child is My Child.

"Stop alla guerra sui bambini", il titolo dell'iniziativa che, per un giorno ha trasformato la Galleria Alberto Sordi a Roma in un vero e proprio scenario di guerra, per rappresentare le macerie, la distruzione e gli altri effetti visibili di un bombardamento.


E sempre nell'ambito della stessa iniziativa, Save the Children ha lanciato una petizione on line per chiedere al Ministero degli Esteri del nostro Paese di fermare immediatamente la vendita di armi italiane utilizzate contro i bambini in Yemen.

Una petizione che è già stata firmata da oltre 54 mila persone e che tutti possono continuare a sottoscrivere collegandosi al sito www.savethechildren.it/StopArmi.