Papa Francesco implora unità nella Chiesa ma alimenta divisione sui preti sposati mantenendoli ai margini del ministero
Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati commenta l'appello all'unità nella Chiesa lanciato oggi da Bergoglio:
"Noi, come preti sposati con le nostre famiglie ci sentiamo emarginati nella Chiesa. I nostri appelli alla riammissione al ministero sacerdotale rimangono da anni inascoltati e il Papa si limita a fare dichiarazioni di principio disattese poi dall'immobilismo sulle riforme necessarie alla vita della Chiesa Cattolica come la riammissione al ministero dei sacerdoti sposati".
L'Epifania, i Magi che seguirono la luce, un cammino della fede simbolico che non si può ridurre ad un insieme rigido di pratiche religiose o, peggio ancora, «ad un abito esteriore» o a «ideologie ecclesiastiche».
Papa Francesco parte da queste considerazioni nella festa dell'Epifania per rivolgere un preoccupato richiamo a vescovi e cardinali, a preti e fedeli di tutto il mondo sul bisogno di unità nella Chiesa che non è mai stata più squassata internamente da turbolenze inedite come in questo periodo.
Papa Francesco in basilica, stamattina, è tornato a implorare di essere fratelli, uniti, e superare gli ostacoli. Perché il cammino della fede, ha detto, «non si riduca a un insieme di pratiche religiose o a un abito esteriore, ma diventi un fuoco che ci brucia dentro e ci fa diventare appassionati cercatori del volto del Signore e testimoni del suo Vangelo.
Ne abbiamo bisogno nella Chiesa, dove, invece che dividerci in base alle nostre idee, siamo chiamati a rimettere Dio al centro. Lui, e non le nostre idee o i nostri progetti. Ripartiamo da Dio, cerchiamo in Lui il coraggio di non fermarci davanti alle difficoltà, la forza di superare gli ostacoli, la gioia di vivere nella comunione e nella concordia».
L'idea della Chiesa da campo che è chiamata a farsi prossima alle storie umane di ognuno traspare chiara nella omelia che il Papa legge a San Pietro ripetendo che «Dio che viene a visitarci non lo troviamo restando fermi in qualche bella teoria religiosa, ma solo mettendoci in cammino, cercando i segni della sua presenza nelle realtà di ogni giorno e, soprattutto, incontrando e toccando la carne dei fratelli» (Il Messaggero).